La Nuova Sardegna

Oristano

Ardia, messa all’alba e pure blindata

di Maria Antonietta Cossu
Ardia, messa all’alba e pure blindata

Polizia e carabinieri in forze a Sedilo a una delle poche cerimonie per San Costantino. I cavalieri non si sono fatti vivi

07 luglio 2020
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SEDILO. In una parrocchia e in un santuario presidiati oltre ogni limite dalle forze dell'ordine, ieri è andato in scena il primo atto della festa di San Costantino orfana dell'Ardia. L'edizione anomala della manifestazione, maturata in un clima già carico di tensioni, ha avuto uno spiacevole prologo all’alba davanti all'abitazione privata del parroco, dove è stato lasciato un asinello a significare che la presenza del sacerdote non fosse più gradita. A chi, non è dato sapere, ma desta più di un sospetto la tempistica del gesto, maturato al culmine di accese contestazioni e di gesti dimostrativi contro la decisione di cancellare l'Ardia. La forzata rinuncia alla rievocazione storico-religiosa della battaglia di Ponte Milvio a cui hanno costretto la normativa anticovid e la prudenza verso il rischio di nuovi contagi non è stata accettata da una parte dei cavalieri. Fino all'ultimo alcuni di loro hanno espresso la convinzione che una formula alternativa fosse possibile nel solco della circolare ministeriale emanata a giugno. In favore della possibilità di organizzare un evento celebrativo in forma più intima e compatibile con le prescrizioni si è sempre pronunciato il sindaco, che ieri ha ribadito le posizioni della prima ora richiamando il valore e l'importanza che ha per Sedilo e per la Sardegna la tradizione identitaria legata alla figura di San Costantino. Salvatore Pes ha recriminato sull'atteggiamento di chiusura che sostiene di aver riscontrato in questa situazione. «Non ha funzionato la concertazione tra le parti interessate, è mancato il confronto con diocesi, parroco, prefetto, questore, associazione Santu Antinu. Si poteva arrivare ad altre conclusioni che avrebbero prodotto certamente risultati migliori. Ledere i valori e l'identità di un popolo non è una cosa bella ed è normale che possano scaturire certe azioni, anche se sono indubbiamente da condannare. Ma non bisogna eccedere né da un lato né dall'altro». Uguale fermezza ha mostrato don Battista Mongili. «Rifarei le stesse scelte, a maggior ragione sulla base di ciò che mi hanno confermato le autorità militari e religiose», ha dichiarato. Don Mongili è intervenuto al termine della messa officiata in mattinata dal vescovo formulando l'auspicio, per l'anno prossimo, di «celebrare una manifestazione festosa come si faceva prima della pandemia». Intanto, all'ora dell'Ardia un anfiteatro blindatissimo pullulava di fedeli, turisti e visitatori. Decine di macchine di carabinieri, polizia e guardia di finanza sostavano lungo gli accessi alla corte, presidiata da una cinquantina di militari per prevenire eventuali gesti dimostrativi. Nel frattempo un consistente contingente di forze dell'ordine sorvegliava la piazza parrocchiale e le vie urbane di collegamento al santuario. Una festa anomala che ha lasciato l'amaro in bocca a molti e che stamane vivrà l'ultimo atto prima dell’Ottava.

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