La Nuova Sardegna

Oristano

Fondazione Mont’e Prama la Curia ne vuol far parte

di Piero Marongiu
Fondazione Mont’e Prama la Curia ne vuol far parte

È proprietaria dei terreni dove sono stati rinvenuti i Giganti e altre statue Ma serve l’ok del Governo e della Regione, che per adesso tacciono

08 luglio 2020
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CABRAS. L’intesa tra Stato, Regione e Comune firmata da Dario Franceschini per il Governo, Francesco Pigliaru per la Regione e cristiano Carrus per il Comune, doveva essere propedeutico alla nascita di una Fondazione che tutelasse, valorizzasse e gestisse l’importante patrimonio archeologico-culturale del Sinis ma a distanza di tre anni di quell’accordo non si è più parlato e sulla Fondazione, denominata Monte ‘e Prama, è sceso il silenzio. Lo stesso silenzio calato sul sito in cui sono state rinvenute le statue, sugli espropri dei terreni vitati, sulla ripresa degli scavi. La nascita dell’organismo di gestione del patrimonio culturale cabrarese era prevista dalla legge. La sua forma giuridica doveva essere quella di “Fondazione di partecipazione” e avrebbe dovuto individuare il soggetto a cui affidare il piano di valorizzazione di quei beni. Oltre a Stato, Regione e Comune, l’articolo citato prevede anche il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati e incentiva la collaborazione con Università, Accademie e centri di ricerca, come le Università sarde che nel sito hanno operato, in vari momenti e in collaborazione con la soprintendenza per Cagliari e Oristano. I due Atenei e l’Arcivescovado di Oristano (proprietario dell’area in cui è stata rinvenuta la statuaria e altri importantissimi reperti) invece non figurerebbero tra i soggetti fondatori della Fondazione. La Curia oristanese, tra l’altro, grazie a un accordo del 2013, firmato con il MiBACT, ha concesso al ministero l’uso dell’area, senza chiederne il pagamento dell’occupazione temporanea né il premio di rinvenimento spettante al proprietario del terreno. Sull’inserimento della Curia nella Fondazione, richiesta dall’arcivescovo di Oristano lo scorso mese di marzo, il sindaco cabrarese Andrea Abis si sarebbe detto favorevole. Ma a decidere se accettare la presenza o meno della Curia ci vogliono anche i pareri del MiBACT e della Regione. Sulla questione Abis si limita a dire che «la Fondazione è un organismo complesso, oggetto di valutazione concertata con lo Stato e la Regione, e il quadro non è ancora definito». Intanto, da Monte ‘e Prama, arrivano importanti novità sulla figura dei Pugilatori. L’archeologo Giacomo Paglietti, direttore del Museo di Villanovaforru, qualche giorno fa, nello spazio esterno dell’Antiquarium Arborense, ha tenuto una conferenza, alla quale ha partecipato anche il direttore Raimondo Zucca, durante la quale ha esposto l’ipotesi inedita che i pugilatori fossero dotati di un pugnale “corto”, inserito nel guantone, in grado di provocare delle ferite non letali all’avversario. Questo spiegherebbe i tagli colorati di rosso presenti in alcune statue restaurate a Li Punti.

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