La Nuova Sardegna

Oristano

Emergenza economica, buoni spesa per 2mila

di Davide Pinna
Emergenza economica, buoni spesa per 2mila

Sono stati 744 i nuclei familiari che hanno fatto ricorso agli aiuti Il Comune ha finanziato i voucher con 173mila euro. Respinte 125 domande

16 luglio 2020
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ORISTANO. Lockdown. I tre mesi passati chiusi in casa hanno messo a dura prova non solo la resistenza psicologica delle persone, ma anche la sussistenza economica di migliaia di oristanesi. A metà luglio il Comune mette fine ufficialmente alla campagna dei buoni pasto e storna le somme non impiegate. I numeri del consuntivo redatto dall’ufficio sociale amministrativo tracciano un quadro che dà un’idea del grave impatto che il Covid-19 e le misure adottate per il suo contenimento hanno avuto sul tessuto economico e sociale cittadino.

Sono stati ben 744 i nuclei familiari che hanno beneficiato dei buoni spesa erogati dal Comune e spendibili in varie attività commerciali della città e delle frazioni. Termine neutro, nucleo familiare, che può indicare un singolo così come una famiglia di cinque o più componenti: è perciò facile calcolare che siano stati almeno duemila i residenti che hanno superato i tre mesi di reclusione domestica soprattutto grazie agli aiuti pubblici. Una cifra importante in una cittadina di poco più di 32mila abitanti. Il totale delle somme impiegate dal Comune per finanziare i voucher ammonta a 173mila e 700 euro. Questo significa che il contributo medio erogato per ogni domanda è stato di 233 euro: il minimo, per un single, era di 150 euro mentre il massimo, per una famiglia di 5 o più componenti, era di 500 euro.

Non a tutti è andata così bene. Se quasi 750 nuclei hanno usufruito del beneficio sono 125 le domande che sono state respinte dagli uffici del Comune. E, purtroppo, non perché non sussistessero i requisiti, se non per gli 8 che hanno presentato la domanda pur essendo residenti in un altro comune. Ben 65 domande sono state infatti respinte perché compilate in maniera incompleta, problema che il Comune aveva segnalato fin dall’inizio chiedendo la massima attenzione e fornendo anche il supporto dell’ufficio Informacittà. Altre 52 domande invece sono arrivate in piazza Eleonora fuori tempo massimo, dopo la scadenza fissata al 24 maggio. Il che vuol dire che per molti la situazione di crisi economica si è prolungata anche dopo la fine del lockdown.

Sono 8 gli oristanesi che hanno invece rinunciato al beneficio, mentre uno, residente in città ma domiciliato all’estero, non è riuscito a ritirare il blocchetto di voucher entro la data di scadenza, fissata al 30 giugno.

I buoni spesa non sono stati l’unica forma di supporto sviluppata dal Comune, che, in collaborazione con alcune associazioni, aveva anche creato un fondo, finanziato inizialmente con 10mila euro e poi rimpinguato con vari provvedimenti, per l’acquisto di derrate alimentari distribuite dai volontari. Ma l’emergenza non è finita: il 7 luglio il Comune ha disposto un finanziamento di 5mila euro alle suore Giuseppine, che gestiscono la mensa della carità, proprio per distribuire cibo alle persone che ancora si trovano in una situazione di difficoltà.

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