la denuncia
La movida molesta non rispetta neppure gli ammalati
ORISTANO. «Purtroppo è diversi giorni di fila che non dormo a causa degli schiamazzi che provengono dalla strada e che durano anche fino alle cinque del mattino». C’è anche Paolo Palumbo, il giovane...
28 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA
ORISTANO. «Purtroppo è diversi giorni di fila che non dormo a causa degli schiamazzi che provengono dalla strada e che durano anche fino alle cinque del mattino». C’è anche Paolo Palumbo, il giovane chef costretto a letto dalla Sla, fra le vittime della movida. In questo caso è una movida molesta e fastidiosa di chi, con la scusa del “tirar tardi”, senza preoccuparsi di chi invece, vorrebbe dormire, tiene la musica ad alto volume, chiacchiera e urla fino all’alba. Paolo Palumbo anche questa volta, ha affidato la sua denuncia ai social, attraverso un post nel quale chiede soccorso alle autorità competenti, fra cui il sindaco e la polizia. «Mi tengono sveglio musica a tutto volume, urla e cori da stadio e bestemmie di un gruppo di cretini che frequentano un bar sotto casa mia. La cosa più ridicola è che seduto al tavolo assieme a questo gruppo di disturbatori seriali vi sono i gestori del bar (dovrebbero dare il buon esempio se non sbaglio, invece ridono noncuranti del bisogno e diritto al riposo altrui)». Paolo Palumbo non vuol avviare una crociata contro la movida: «Sono il primo a volere che l'economia possa riprendersi, che le attività lavorino e i giovani si divertano, ma questo non è lavorare, non è fare economia, non è divertirsi: è distruggere le persone». La denuncia del giovane chef è anche più particolareggiata: «Il più bullo del gruppo due week end fa ha esclamato che avrebbe fatto dei danni alla mia abitazione e alle auto di famiglia, dopo che mio padre una volta che ha visto che ero stato svegliato si è lamentato e ha chiesto un minimo di rispetto alle 4 del mattino – si legge – Mentre venerdì dopo aver richiesto l'intervento delle forze dell'ordine e essermi riaddormentato puntualmente alle 3 e mezza di nuovo vengo svegliato». (m.c.)