La Nuova Sardegna

Oristano

Le ostetriche fuori dal processo

Le ostetriche fuori dal processo

Caso Ippocrate, la Procura ha chiesto l’archiviazione per 5 indagate. Solo una rischia il rinvio a giudizio

31 luglio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. La loro posizione è stata ritenuta marginale, e così per cinque ostetriche su sei tra gli indagati per l’inchiesta Ippocrate, è arrivata la richiesta di archiviazione al Gup da parte della stessa Procura. Calano così da venti a quindici gli indagati che andranno di fronte al Giudice per le udienze preliminari.

Al momento dell’emissione delle misure cautelari nei confronti dei cinque principali indagati lo scorso settembre, Succu, Cherchi, Manai, Giovanni Piras e Agnese Canalis erano state riscontrate anche le posizioni di altre persone che avrebbero secondo l’accusa concorso a compiere. Tra gli episodi contestati vi era anche quello del concorso per ostetriche, di cui Antonio Onorato Succu e Augusto Cherchi, entrambi primari al San Martno, il primo sindaco di Macomer, il secondo consigliere regionale del Partito dei Sardi, vengono definiti dalla procura ispiratori e registi dell’intero condizionamento del concorso, utile a incrementare il consenso per il Partito dei Sardi.

Secondo la ricostruzione dei fatti prospettata dalla Procura per mantenere vivo il meccanismo clientelare e alimentare lo scambio consenso-lavoro, servivano, oltre alle assunzioni interinali anche dei concorsi. E quando all’ospedale vengono a mancare figure professionali come quelle delle ostetriche, di diretta competenza di Succu, primario di ginecologia e responsabile dell’intero blocco chirurgico, vengono attivati subito dei concorsi. Secondo la legge non si sarebbe dovuto svolgere perché le assunzioni dovevano essere appannaggio degli esclusi dalla graduatoria del medesimo concorso che si era svolto all’Assl di Sanluri. Ma di tutto questo non si tiene conto.

Il meccanismo, banale, per avere la certezza che al concorso passassero solo le candidate “opportune” è ricostruito nell’ordinanza della Gip Annie Cecile Pinello. Non si interviene a livello di commissione ma si consegnano i test con le risposte giuste alle candidate che secondo l’accusa dovevano passare. E così Succu e Manai preparano i test e li consegnino al resto dei giudicanti solamente la mattina in cui si doveva svolgere una prova scritta. Prima però domande e risposte erano già finite sui computer di sei candidate al posto di ostetrica: Simona Firinu, 31 anni di Sorradile, Monica Pinna, 31 anni di Riola Sardo, Giovanna Antonia Bosu Bissiri, 39 anni di Macomer, Angelica Faedda, 33 anni di Sedilo, Maria Laura Moro, 30 anni di Olzai e Francesca Usai, 29 anni di Silanus. Vengono usati una pennina e un file con la dicitura «Quiz-ost-gin-Rif», Le sei risultano le migliori al primo test a risposta multipla: cinque di loro avranno 50, una 48,5. Gli altri 95 concorrenti avranno una media di 27,45. Idem agli orali. Per non fare errori, al momento della consegna dei vari compiti, che devono essere anonimi in modo da evitare favoritismi, Antonio Succu metteva la firma «al centro del lembo di chiusura» della busta. Ma solo per le sei candidate che poi saranno assunte, mentre per tutti gli altri concorrenti, la firma veniva apposta su un lato.

Per Firinu, Pinna, Bosu Bissiri, Moro e Usai, la Procura adesso ha chiesto l’archiviazione, anticamera della loro possibile uscita dal processo. Per Angelica Faedda, invece, difesa dall’avvocato Robert Sanna, rimane la richiesta di rinvio a giudizio. Alla Faedda è stato trovato il file, definito “nativo” contenente i risultati dei quiz. Lei lo avrebbe anche girato alla sua concorrente Bosu Bissiri, arrivata in graduatoria peraltro prima di lei. I documenti della Faedda, già impiegata nel reparto di Succu, e quelli di marito, genitori e suocera sono stati trovati nel computer dell’uomo di fiducia di Succu nella lista di nuovi iscritti al Partito dei Sardi proprio a ridosso del concorso. Da qui l’accusa di induzione indebita.(g.cen)

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative