La Nuova Sardegna

Oristano

Sanità in “affitto”, sì tra i dubbi

di Maria Antonietta Cossu
Sanità in “affitto”, sì tra i dubbi

Il comitato per l’ospedale di Ghilarza perplesso: «Accettabile solo se è una soluzione temporanea»

15 ottobre 2020
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GHILARZA. Fa discutere la soluzione di affidare a un gestore esterno all’Ats il lavoro del punto di primo intervento dell’ospedale di Ghilarza prevista da una delle ultime delibere adottate dal commissario Steri prima del precoce pensionamento dell’Azienda unica per la tutela della salute disposto dalla giunta Solinas. I giudizi non sono unanimi, ma molti si mostrano scettici davanti alla prospettiva di affidare il presidio del Delogu a un’équipe medica facente capo a una società privata. A maggior ragione se l’operazione incide sul bilancio regionale.

I primi a non condividere la virata verso l’ennesimo modello di privatizzazione della sanità sono gli attivisti del comitato Delogu Bene Comune, che tuttavia accettano la sperimentazione a patto che rimanga una condizione transitoria. Insomma, uno scotto da pagare per avere ciò che in dieci mesi non è stato possibile ottenere. «Il nostro giudizio è sostanzialmente negativo perché troviamo inaccettabile e incoerente che si impianti questo sistema nella sanità pubblica, ma prendiamo atto dello stato di necessità dichiarato dall'Ats e dell'assessorato», afferma il portavoce del coordinamento Raffaele Manca facendo intendere che l’alternativa non entusiasma, ma è tollerata nella misura in cui servirà a rendere nuovamente operativo un servizio fondamentale per gli ingranaggi dell’ospedale e a dare tempo e modo di creare i presupposti per realizzare quanto previsto nel piano di riordino della rete ospediera.

«Siamo comunque a uno stadio preliminare, c’è tutto un iter da seguire e speriamo che al massimo entro due mesi il punto di primo intervento riapra. La sua operatività favorirà una migliore gestione degli aspetti critici legati alla stagione influenzale», sottolinea il referente del comitato insistendo sul carattere transitorio del servizio: «Con la riattivazione del punto di primo intervento riteniamo di aver raggiunto un obiettivo, comunque la consideriamo una soluzione temporanea. I sei mesi di durata del contratto dovranno essere impiegati per espletare tutte le procedure concorsuali dirette all’assunzione del personale necessario e a completare l’iter che permetterà di impiegare i professionisti usciti dai corsi di formazione della medicina di emergenza-urgenza», è l'aspettativa del comitato.

Il progetto pilota sarà intanto presentato nella conferenza indetta dal presidente della commissione regionale Sanità e primo rappresentante del Distretto socio-sanitario di Ghilarza-Bosa, Domenico Gallus. All’incontro, in programma domani alle 16 nell’auditorium comunale, interverranno l’assessore regionale Mario Nieddu, i sindaci, la commissaria dell’Assl di Oristano e il presidente di Distretto, Valentina Marras e Sergio Obinu. Il primo esempio in Sardegna di gestione privata di un servizio ospedaliero pubblico darà anche il via a un’analisi complessiva dei problemi del Delogu.

L’inatteso, e per alcuni tardivo, risveglio dell’interesse della politica regionale per i problemi della sanità territoriale non impedirà al fronte di lotta popolare di portare avanti la protesta. «Con la mobilitazione del 24 ottobre denunceremo l’assenza dei consiglieri regionali eletti nell’Oristanese non solo in relazione al Delogu, ma a tutta la rete sanitaria provinciale», conclude Manca, che non si sottrarrà neppure al confronto diretto con la politica: «Se saremo invitati all’incontro ripeteremo ciò che abbiamo sempre sostenuto e cioè che la soluzione per rimettere in piedi i servizi in termini funzionali ed effettivi non può che essere il completamento delle piante organiche di tutti i presidi ospedalieri. Chiederemo il totale rispetto della riforma del 2017».

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