La Nuova Sardegna

Oristano

Regolari i chioschi sul lungomare

di Enrico Carta
Regolari i chioschi sul lungomare

San Vero Milis, archiviato il procedimento sulle presunte irregolarità urbanistiche a Putzu Idu

24 ottobre 2020
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SAN VERO MILIS. Archiviazione per tutti. Stavolta non ci sono margini per rivedere la decisione perché la parola della giudice per le indagini preliminari Silvia Palmas è la pietra tombale sulla questione della legittimità del posizionamento dei chioschi sul lungomare di Putzu Idu. L’affare giudiziario si chiude e sancisce che tutto era ed è legittimo, nonostante quanto sostenuto nella denuncia di un residente delle borgate marine, che aveva trascinato in tribunale i titolari di alcune concessioni per presunte violazioni urbanistiche e il sindaco Luigi Tedeschi perché non aveva emesso il provvedimento di demolizione dei chioschi.

È una storia tormentata e vecchia di almeno sei anni quella che si è conclusa solo nei giorni scorsi. Tutto era iniziato però all’epoca della precedente amministrazione, quella guidata da Flavia Adelia Murru che aveva inizialmente chiuso al traffico il lungomare tra Putzu Idu e Mandriola rilasciando contestualmente le varie autorizzazioni ad alcuni titolari di chioschi che lì vennero installati.

La chiusura della strada aveva creato problemi di traffico e conseguentemente di sicurezza o per lo meno questo era ciò che riteneva il residente che sporse denuncia. Da qui partì l’inchiesta che, come primo atto, vide l’iscrizione sul registro degli indagati di Valentina Porta, 34 anni, Matteo Mocci, 29 anni, Nicola Caria, 41 anni, Daniele Santelia, 38 anni, Alessandro Attoli, 37 anni, e del sindaco Luigi Tedeschi che nel frattempo aveva preso le redini del Comune. Per i titolari delle concessioni era stato ipotizzato il reato di aver occupato abusivamente aree gravate da uso civico, mentre al sindaco veniva contestato il fatto di non aver ottemperato alle disposizioni del commissario per gli usi civici che aveva stabilito che i chioschi non potessero trovarsi in quel punto.

Il pubblico ministero Armando Mammone aveva allora nominato un consulente per sbrogliare l’intricata matassa delle leggi urbanistiche, paesaggistiche e di utilizzo dei litorali e delle terre gravate da usi civici. Al termine dell’indagine era quindi emerso che i chioschi erano ancora dove erano stati posizionati nel primo momento, ma che nel frattempo il Comune di San Vero Milis aveva approvato degli atti che cambiavano completamente la valutazione sull’episodio. Dapprima il pubblico ministero, successivamente anche gli avvocati Andrea Pinna, Matteo Pische e Giovanni Cau che tutelavano i titolari delle concessioni, quindi l’avvocato Luca Casula che difendeva il sindaco Tedeschi, avevano indicato come il Comune avesse negli anni provveduto all’approvazione del Piano Urbanistico e al Piano di valorizzazione delle terre gravate da uso civico in cui inizialmente erano posizionati i chioschi. Il mutato scenario urbanistico ha di fatto cancellato ogni ipotesi di reato e lo stesso pubblico ministero aveva richiesto l’archiviazione del procedimento. A questa si era opposta l’avvocatessa Rossella Oppo che rappresentava il residente che aveva sporto denuncia, ma il giudice ha confermato la bontà delle tesi sostenute dalla procura e dal collegio difensivo scrivendo la parola conclusiva sulla disputa e sul caso giudiziario. Fine dei guai, i chioschi possono stare sul lungomare.

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