La Nuova Sardegna

Oristano

Lavori a S’Anea Scoada, «nessuno sfregio all’area»

Lavori a S’Anea Scoada, «nessuno sfregio all’area»

L’impresa che gestisce il cantiere replica ai dubbi dell’archeologo Zucca «Utilizzeremo solo materiale coerente e compatibile con la messa in sicurezza»

07 novembre 2020
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SAN VERO MILIS. Mentre i lavori per la messa in sicurezza di alcuni tratti della scogliera di S’Anea Scoada proseguono, i responsabili legali del raggruppamento temporaneo di progettisti dell’opera, Criteria di Cagliari e Prima ingegneria di Livorno, precisano che nessun tipo di materiale lapideo non corrispondente alle caratteristiche stabilite dagli enti pubblici che hanno rilasciato le autorizzazioni e i nulla osta previsti per legge, sarà utilizzato per la realizzazione dei lavori di contenimento dell’erosione di quel tratto di costa. «Il progetto non prevede in alcun modo l’utilizzo di massi di basalto o granito, in quanto non coerenti con le formazioni geologiche proprie della scarpata costiera oggetto di messa in sicurezza - scrivono in una nota esplicativa i rappresentanti di Criteria e Prima –il progetto prevede esclusivamente l’utilizzo di massi rocciosi, tra quelli ovviamente reperibili nei siti estrattivi autorizzati, di natura carbonatica in grado di offrire buone caratteristiche meccaniche e buona compatibilità paesaggistica».

Ad esprimere le perplessità circa l’impiego di materiale basaltico o granitico, estraneo alla conformazione della costa sanverese, era stato l’archeologo Raimondo Zucca. Perplessità legittimate da quanto scritto nell’elenco dei prezzi allegato al progetto esecutivo, nel quale, ai punti 34, 35, 36 e 37 riguardanti le caverne createsi con l’azione di penetrazione del mare, si parla di “disgaggio e demolizione del bordo della falesia e realizzazione di protezione in massi e pietrame. È compresa la posa in acqua e fuori dall’acqua e la fornitura di massi di natura basaltica o granitica, con peso singolo compreso tra 2 e 4 tonnellate a formare una scogliera”. I rappresentanti di Criteria e Prima, escludono però l’utilizzo del basalto o del granito e precisano che saranno impiegati “calcarei mesozoici”, come quelli coltivati in diverse cave della Sardegna centro orientale e nord occidentale. «La scelta – puntualizzano – è ricaduta sul cosiddetto “Biancone di Orosei”, un calcare mesozoico dalle ottime caratteristiche di resistenza e durabilità e composizione coerente con le formazioni calcaree che caratterizzano buona parte della falesia e delle scarpate costiere di S’Anea Scoada». Quindi, fatta chiarezza sulla conformità dei materiali che saranno impiegati e sul loro corretto utilizzo e messa in opera, il professor Zucca, coloro che nella borgata marina sanverese risiedono tutto l’anno, turisti ed estimatori dello splendido litorale, possono tirare un sospiro di sollievo. Una volta conclusi i lavori la scogliera, allo sguardo di chi conosce bene la località, non avrà subito modifiche rispetto alla sua originalità.

Piero Marongiu

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