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«No al biodigestore, il sindaco parli chiaro»

«No al biodigestore, il sindaco parli chiaro»

San Nicolò Arcidano, il comitato che si oppone al progetto rilancia la protesta Chiesto un incontro al primo cittadino appena insediato Davide Fanari

15 novembre 2020
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SAN NICOLÒ ARCIDANO. Un'altra raccolta di firme, questa volta su carta e un incontro con la nuova giunta comunale: non si ferma il comitato “Non è aria” che si oppone alla realizzazione dell'impianto di smaltimento degli scarti di origine animale all'interno del Pip.

Fallito il tentativo di insediarsi a Terralba, la Bs Green ha trovato accoglienza nel paese vicino, appunto Arcidano. Come era già accaduto a Terralba, anche qui, sono troppe le perplessità sulle conseguenze per l'ambiente che l'attività di un impianto di questo tipo potrebbe determinare.

Il neo eletto sindaco, Davide Fanari, anche durante la campagna elettorale ha sempre tenuto a precisare che il Comune vigilerà sull’attività dell’impianto, ma al comitato, questo non può bastare.

«Purtroppo l’esperienza di altri Comuni, come Simaxis e Furtei, ci ha dimostrato che le buone intenzioni non sono sufficienti: è per questo che chiederemo un incontro con i nuovo amministratori».

Parole di Giancarlo Deligia, ex consigliere di opposizione e oggi alla guida del comitato che nei mesi scorsi ha avviato una petizione sul web che ha raccolto circa 200 adesioni per contrastare la costruzione dell’impianto anche se i giochi ormai sembrano fatti. Alla fine dell'estate, infatti, il Comune ha ceduto all'azienda, in cambio del pagamento di 95mila euro, del lotti del pip dove l'impianto andrebbe a sorgere.

«Venimmo a conoscenza della determina solo a settembre, quando approdò in consiglio comunale» dice Deligia. «Il nostro comune ha un'estensione di appena 23 chilometri quadrati (dove già insiste un impianto per la produzione di biogas) ed una viabilità che non potrebbe mai sopportare il traffico di mezzi pesanti da e per l’impianto», aggiunge, illustrando le troppe preoccupazioni che hanno spinto un gruppo di abitanti a costituirsi in comitato.

Il timore è anche legato ai disagi per gli odori che potrebbero provenire dal trattamento degli scarti di allevamento che non rientrano nella categoria dei rifiuti, quelli di seconda e terza categoria: grasso, contenuto del tubo digerente, residui di lavorazione delle carni, peli, zoccoli, piume, sangue e reflui, ossia deiezioni di suini e bovini provenienti da allevamenti presenti vicino all'impianto.

Nonostante la Bs Green abbia sempre escluso possibili disagi legati a qualsiasi genere di emissioni.

Michela Cuccu

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