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Il reparto-virus resterà aperto, adesso lavora a pieno carico

GHILARZA. Se Bosa perderà i suoi pazienti Covid, così non accadrà a Ghilarza. A oggi il reparto Covid del Delogu opera a pieno regime dal giorno dell'apertura, con i 15 posti letto disponibili...

06 dicembre 2020
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GHILARZA. Se Bosa perderà i suoi pazienti Covid, così non accadrà a Ghilarza. A oggi il reparto Covid del Delogu opera a pieno regime dal giorno dell'apertura, con i 15 posti letto disponibili perennemente occupati. Ma anche con una struttura sempre satura la situazione non sembra presentare criticità di rilievo. Nell’ala infettivi sono assistiti i pazienti a intensità di cure medio-bassa, malati, cioè, che necessitano di un ricovero precauzionale ma non richiedono l'ausilio degli erogatori d'ossigeno. I degenti sono seguiti da cinque medici affiancati da una specializzanda e da un rianimatore che copre il turno mattutino e garantisce la reperibilità per il resto delle 24 ore. Gli infermieri sono solitamente due nella prima parte del giorno e uno per le successive fasce orarie. Restano ancora lontani dalle corsie i due specialisti che hanno contratto il coronavirus a cavallo di ottobre e novembre. Con i professionisti nuovamente in servizio il personale medico del reparto potrà dirsi al completo. Nel piano regionale è prevista la possibilità di portare a un massimo di trenta il numero delle degenze ma l'attivazione di nuovi posti letto non è al momento prevista. «La situazione al Delogu è sotto controllo. Ciò che serve, invece, sono le terapie intensive e sub-intensive ove previste perché sono carenti in tutta la Assl», lamenta il segretario provinciale della Cimo Giampiero Sulis.

Considerate le difficoltà operative del presidio oristanese, l' apertura in tempo di pandemia del punto di primo intervento del Delogu rilanciata nei giorni scorsi dal presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus, non a tutti sembra la soluzione più praticabile nell'immediato. La struttura ghilarzese è al centro di un progetto pilota della Regione che prevede l'affidamento della gestione del servizio a una società esterna. L’Ats ha avviato un’indagine di mercato cheavrebbe raccolto una sola candidatura e Gallus intravede nel presidio la potenziale valvola di sfogo delle emergenze che si riversano sul San Martino e sull'ospedale di San Gavino.

Sul fronte dei contagi, se il capoluogo registra tre guariti e nessun nuovo contagio, ci sono almeno tredici pazienti ancora positivi al coronavirus nella Casa di riposo Angelino Licheri, dove tre giorni fa i medici dell'Usca hanno eseguito i tamponi molecolari a utenti e personale. Per gli altri tre ospiti ieri l'esito non era ancora disponibile, pertanto anche loro rimarranno isolati nelle rispettive stanze fino a quando non verrà accertata la guarigione clinica. (mac)

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