La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, troppi pazienti Covid: chiude di nuovo il Pronto soccorso del San Martino

Enrico Carta
Oristano, troppi pazienti Covid: chiude di nuovo il Pronto soccorso del San Martino

Porte sbarrate per tutte le altre urgenze. Si rivive l’incubo di qualche settimana fa

10 dicembre 2020
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ORISTANO. Era questione di tempo e non servivano indovini per capire che sarebbe andata a finire così. Come una canoa che discende il torrente arriverà a valle spinta dalla sola corrente senza che il canoista abbia bisogno di remare, allo stesso modo era inevitabile che, senza contromisure, l’apertura del pronto soccorso del San Martino sarebbe durata lo spazio di pochi giorni. Dopo i quaranta giorni da incubo, in cui il reparto era rimasto pressoché chiuso di continuo, adesso l’ospedale e un’intera provincia ripiombano nel buio più profondo.

Le pressioni politiche e dei vertici sanitari per tenerlo aperto a tutti i costi a pazienti non covid, nonostante da più parti si segnalasse che quello rimesso in piedi era solo un castello di carte destinato a crollare al primo soffio di vento, sono state sconfitte ancora una volta dall’ingresso di un contagiato in quella che doveva essere la “zona pulita”. Già, perché dal momento della riapertura a qualsiasi tipo di urgenza, il pronto soccorso del San Martino era stato diviso in due: una zona per malati covid, un’altra per tutti gli altri. Il problema è che i malati covid erano talmente tanti che quell’ala del reparto si è saturata in pochissimo tempo. Così un nuovo ingresso di un malato covid ha fatto saltare il tappo e riaperto la falla di qualche settimana fa.

Intanto, in attesa di capire quale soluzione verrà adottata per il pronto soccorso e in attesa di capire quando sarà firmato il benservito al direttore sanitario dell’ospedale San Martino, il dottor Sergio Pili, i vertici sanitari continuano a essere sotto assedio. Ieri è stata la volta di una doppia ulteriore protesta. Stavolta non c’entra l’Ordine dei medici, ma dei sindacati FSI USAE e Nursind. La prima protesta è legata alla carenza di personale delle strutture sanitarie. La segretaria territoriale Mariangela Campus va all’attacco perché, in un momento in cui è conclamata la carenza di personale, la graduatoria degli Operatori socio sanitari, datata 2017, viene ancora una volta tenuta nel cassetto. Si potrebbe attingere a piene mani per rinforzare gli organici, invece si resta inermi.

L’altra protesta, firmata dalla segretaria territoriale di Nursind, Angela Dessì, si concentra invece sulla globalità della gestione dell’emergenza da parte dei vertici sanitari territoriali e regionali. Si parla di «improvvisazione e negligenza» e ci si concentra sul nulla fatto in estate «quando non sono stati predisposti piani di previsione dell’emergenza, piano di programmazione delle attività sanitarie in caso di emergenza, piano di attuazione delle attività sanitarie non covid, piano per l’individuazione di vie d’accesso e percorsi sporco-pulito». Solo per fare alcuni esempi.

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