ghilarza
Una nuova vittima da covid e domani sit-in di protesta
GHILARZA. Mentre Ghilarza fa i conti con la settima vittima del Covid - un uomo di 87 anni ricoverato a Cagliari - il Comitato Delogu Bene Comune si prepara a scendere nuovamente in campo per...
11 dicembre 2020
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GHILARZA. Mentre Ghilarza fa i conti con la settima vittima del Covid - un uomo di 87 anni ricoverato a Cagliari - il Comitato Delogu Bene Comune si prepara a scendere nuovamente in campo per chiedere l'attivazione all'interno dell' ospedale cittadino di due percorsi separati per la cura dei positivi e dei pazienti affetti da altre patologie.
Con il sit-in previsto domani alle 10 sarà anche sollecitata la riapertura del punto di primo intervento e rilanciata la lotta per una rete ospedaliera provinciale complementare ed efficiente. Esattamente l'opposto di ciò che, secondo gli attivisti, vanno rivendicando alcuni rappresentanti sindacali, con il risultato di svilire la battaglia del territorio per il rafforzamento dell'intero sistema sanitario oristanese.
Tutto questo al culmine del progressivo impoverimento dei due presidi periferici di Bosa e Ghilarza, sacrificati per riuscire a mantenere in piedi un ospedale sempre e comunque in emergenza come quello del capoluogo. «Hanno investito le risorse dell’intervento Covid previste per Ghilarza per rimodellare reparti impropri del San Martino, hanno stravolto i servizi delle tre strutture ospedaliere, demolito gli argini che consentivano di contenere l’ invasione delle patologie ordinarie e della pandemia, hanno distrutto ogni certezza di cura e di assistenza e programmato il caos», accusano Raffaele Manca, Livio Deligia e Immacolata Boeddu, che rincarano. «Contro ogni logica, invece, per tenere al centro sia risorse che personale, col vecchio metodo del pesce grande che mangia quello piccolo, hanno scelto tutt’altra strada. Così la loro supposta efficienza non garantisce neppure le poche risorse necessarie a posizionare una porta nel nuovo reparto Covid del Delogu e la separazione di due diversi ambienti si realizza con un semplice telo di naylon!». (mac)
Con il sit-in previsto domani alle 10 sarà anche sollecitata la riapertura del punto di primo intervento e rilanciata la lotta per una rete ospedaliera provinciale complementare ed efficiente. Esattamente l'opposto di ciò che, secondo gli attivisti, vanno rivendicando alcuni rappresentanti sindacali, con il risultato di svilire la battaglia del territorio per il rafforzamento dell'intero sistema sanitario oristanese.
Tutto questo al culmine del progressivo impoverimento dei due presidi periferici di Bosa e Ghilarza, sacrificati per riuscire a mantenere in piedi un ospedale sempre e comunque in emergenza come quello del capoluogo. «Hanno investito le risorse dell’intervento Covid previste per Ghilarza per rimodellare reparti impropri del San Martino, hanno stravolto i servizi delle tre strutture ospedaliere, demolito gli argini che consentivano di contenere l’ invasione delle patologie ordinarie e della pandemia, hanno distrutto ogni certezza di cura e di assistenza e programmato il caos», accusano Raffaele Manca, Livio Deligia e Immacolata Boeddu, che rincarano. «Contro ogni logica, invece, per tenere al centro sia risorse che personale, col vecchio metodo del pesce grande che mangia quello piccolo, hanno scelto tutt’altra strada. Così la loro supposta efficienza non garantisce neppure le poche risorse necessarie a posizionare una porta nel nuovo reparto Covid del Delogu e la separazione di due diversi ambienti si realizza con un semplice telo di naylon!». (mac)
