La Nuova Sardegna

Oristano

Diritti negati, la protesta dei magistrati onorari

Diritti negati, la protesta dei magistrati onorari

L’onda lunga di quella nazionale arriverà anche al tribunale di Oristano tra i 1° e il 16 gennaio

16 dicembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. L’onda lunga della protesta dei magistrati onorari arriva sino al tribunale di Oristano, dove incassa anche il sostegno del procuratore Ezio Domenico Basso che ha sposato le motivazioni che hanno portato, in diversi tribunali d’Italia, persino a gesti clamorosi. Alcuni dei componenti di quella che viene appunto chiamata magistratura onoraria hanno scelto misure estreme come lo sciopero della fame che è stato portato avanti per quattordici giorni, sino a ieri, da colleghi in servizio a Palermo, Parma, Napoli e Cosenza. Rivendicano diritti che da anni vengono ignorati dallo Stato nonostante le continue richieste, le non certo sporadiche proteste e persino sentenze di tribunali nazionali e persino dell’Unione Europea.

A Oristano sono quattro i vice procuratori onorari che faranno sentire tutto il peso del loro ruolo a gennaio. Daniela Caddeo, Daniela Muntoni, Marcello Floris e Ivan Sanna hanno deciso di aderire all’autosospensione dall’attività giudiziaria. Significa che non saranno in udienza e non svolgeranno altre mansioni d’ufficio dal 1° al 9 gennaio e successivamente dal 12 al 16 gennaio.

«Siamo tutti magistrati onorari, nelle rispettive funzioni di vice procuratori onorari, giudici onorari di tribunale e giudici di pace – spiegano i quattro –. Lavoriamo accanto alla magistratura professionale, con cui condividiamo tutti gli oneri, tra cui le valutazioni professionali e i corsi di aggiornamento. Lo Stato ci assegna oltre il 50 per cento delle cause civili di primo grado e oltre l’80 per cento di quelle monocratiche del settore penale. Mandiamo avanti il sistema giustizia ma senza alcun corrispondente riconoscimento: nessuna tutela della malattia, della maternità e nessun riconoscimento previdenziale. Lo Stato ci considera dei semplici volontari, invece chiediamo di essere considerati dei lavoratori subordinati, come hanno stabilito la recente sentenza europea e quelle nazionali. Non chiediamo di essere equiparati ai magistrati togati. L’importanza delle rivendicazioni in atto vede il sostegno del procuratore della Repubblica, dottor Ezio Domenico Basso, nell’ottica della profonda e stretta collaborazione dallo stesso creata tra la magistratura togata e quella onoraria, inserita nell’intera organizzazione dell’Ufficio di procura, invidiabile modello di fattiva interazione tra tutte le componenti in seno alla procura». (e.carta)

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative