La Nuova Sardegna

Oristano

In barella nei corridoi, la lunga attesa dei pazienti

di Enrico Carta
In barella nei corridoi, la lunga attesa dei pazienti

Il Pronto soccorso di nuovo in tilt e con un solo medico di turno la notte In reparto non più solo i malati di Medicina, ma anche quelli di Ortopedia

27 dicembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Pazienti ricoverati che da giorni attendono un posto in reparto – verrebbe da dire parcheggiati, ma sarebbe oltraggioso nei confronti di quei medici che continuano ad assisterli con la massima professionalità e umanità –. Barelle nei corridoi o nelle stanze solitamente usate per le visite. Malati con fratture in attesa di un letto e di un intervento chirurgico che non arriva. Passa il tempo, ma la situazione cambia di poco. Sicuramente cambia troppo lentamente.

Magari non succedono solo nei film, ma di sicuro i miracoli di Natale non hanno riguardato la sanità oristanese. Passati i tre giorni delle feste, la situazione al pronto soccorso dell’ospedale San Martino continua a essere al limite dell’assurdo, sempre che quel confine non sia stato già varcato. Domani il reparto di Medicina, dopo essere stato quasi interamente svuotato dai pazienti covid, dovrebbe finalmente essere sanificato e riaperto per riprendere, dopo due settimane, la propria attività quotidiana. I riflettori però restano puntati sul Pronto soccorso, vera testa di ponte di un sistema ospedaliero che continua a traballare.

In più di un’occasione tra la vigilia di Natale e ieri, le ambulanze sono rimaste nuovamente in coda coi pazienti per ore in attesa di una visita che tardava ad arrivare perché il reparto è nuovamente al collasso. Non ci sono contagiati al suo interno come accadeva sino a qualche settimana fa, ma il Pronto soccorso è diventato una sorta di reparto in cui accogliere chiunque. Oltre ai pazienti da destinare a Medicina, ve ne sono alcuni che da giorni attendono il ricovero in Ortopedia, dove non trovano posto perché il numero di interventi chirurgici non è sufficiente a smaltire il carico. Del resto senza personale, anche operare diventa un problema.

Così restano lì, chi in quelle stanze che abitualmente vengono usate per visitare i malati che arrivano con problemi classici da pronto soccorso oppure direttamente in barelle nei corridoi. Come se non bastasse, la notte continua a essere in servizio un solo medico che si deve quindi far carico di gestire le urgenze e in più di fare il lavoro classico da reparto di Medicina o Ortopedia, perché comunque i pazienti temporaneamente ospitati lì e in attesa del trasferimento, non li si può certo lasciare senza assistenza.

La situazione è aggravata dal fatto che anche l’ospedale di San Gavino, quello con il Pronto soccorso più vicino al San Martino, è ormai saturo se non addirittura alla paralisi in alcuni suoi reparti. C’è dell’altro, perché a rallentare ancor più la situazione ci sarebbe una direttiva arrivata direttamente dall’Ats regionale per cui, prima dell’ingresso al Pronto soccorso, i pazienti devono effettuare il tampone. È una misura che serve per evitare i contagi, ma il laboratorio analisi di Oristano effettua solo il test antigenico a cui poi eventualmente far seguire un tampone molecolare se il malato diventa un sospetto paziente covid. La macchina per effettuare i tamponi rapidi, a dispetto degli annunci dell’Assl di qualche giorno fa, non è però ancora in funzione e così è inevitabile che i tempi si dilatino e le attese diventino lunghe. Lunghissime, visto che dentro le ambulanze ci sono degli ammalati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

Video

Stefano Cherchi addio: a Sassari l'applauso della folla commossa per il fantino morto in Australia

Le nostre iniziative