Sgominata la gang della droga
di Enrico Carta
Cinque ai domiciliari per spaccio, misure cautelari per tre altri indagati e denunce per tredici persone
20 gennaio 2021
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SAN NICOLÒ ARCIDANO. Lavoravano come una squadra di calcio. Nel momento in cui qualcuno era indisponibile, ecco che spuntava la riserva in grado di ricoprire il ruolo lasciato scoperto. Niente palloni o reti che si gonfiano al gol, ma tanta droga. Consumata dagli stessi protagonisti colpiti dalle misure cautelari e spacciata in giro per la provincia. Il Terralbese era la zona prediletta, ma c’era chi sapeva districarsi con dimestichezza in altre zone del campo di vendita. Assieme alla marijuana e alla cocaina, spunta tra l’altro anche l’eroina, non la prima volta che ricompare in un mercato che sembrava averla definitivamente messa da parte. Invece eccola con tutte le preoccupazioni di carattere sociale che si porta dietro.
È l’alba il momento in cui entrano in azione i carabinieri della Compagnia di Oristano, coordinati dal capitano Francesco Giola e affiancati dai Cacciatori di Sardegna, dal Gruppo cinofili e dall’elicottero levatosi in volo da Cagliari. Con sé hanno l’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha accolto le richieste del pubblico ministero Sara Ghiani che ha lavorato sotto la supervisione del procuratore Ezio Domenico Basso. Ai domiciliari finiscono in cinque: Manuel Medda, 45 anni di San Nicolò Arcidano; Sabina Augusta Corriga, 33 anni di Siamanna; Mario Meloni, 58 anni di San Nicolò Arcidano; Vincenzo Sottile, 34 anni di Nurachi; Sandro Pia, 42 anni di Oristano. Non sono esattamente degli sconosciuti visti i guai passati e la familiarità col mondo della droga, tanto che la procura aveva richiesto il carcere che però non è arrivato, come ha spiegato il procuratore, perché l’emergenza sanitaria consiglia di non affollare le celle in un periodo come questo.
Non sono sconosciuti, quindi, e non sono soli. Altre tre persone vengono colpite da provvedimento cautelare e si tratta di Alex Medda, 25 anni di Arcidano, che dovrà sottostare all’obbligo di dimora nel Comune; Jionatan Caddeo e Alice Erdas, di 22 e 20 anni, entrambi di Zerfaliu, che invece hanno l’obbligo di presentarsi una volta al giorno alla polizia giudiziaria.
Ci sono poi tredici persone denunciate, undici segnalate al prefetto in quanto assuntori di sostanza stupefacente, 15mila euro in contanti e un fucile calibro 12 sequestrati. E poi c’è lei, la droga, motore di tutta l’inchiesta, perché chi spaccia stavolta è anche consumatore. I carabinieri, nel corso delle indagini che iniziano nel 2019, ne sequestrano parecchia – 100 grammi di cocaina, qualche chilo di marijuana, poco hashish e 15 grammi di eroina –, quattro volte arrestando in flagrante i protagonisti.
Del resto, questi ultimi, non è che si nascondessero troppo. Oltre a spacciare in luoghi pubblici dopo aver preso appuntamento coi consumatori, avevano deciso di filmare tutte le operazioni di taglio e suddivisione della droga in dosi installando delle telecamere in una casa. Da qui il nome dato all’operazione dai carabinieri che l’hanno ribattezzata “Camera Snarcy”, quest’ultima parola abbreviazione di San Nicolo Arcidano. Quasi non si fidassero l’uno dell’altro, avevano deciso che era meglio riprendere ogni fase per evitare furti o ammanchi di droga che per tutti era anche l’unica fonte di ricavo, eccezion fatta per chi, da qualche tempo, percepiva anche il reddito di cittadinanza.
Tutti gli altri dettagli sono contenuti nelle numerose pagine del fascicolo d’inchiesta che parte da un antefatto: l’evasione dai domiciliari di Mirko Medda, che va a casa del fratello Manuel perché ha bisogno di droga. I carabinieri lo trovano lì, intento a tagliare lo stupefacente, e lo arrestano. Scelgono però di non fare troppo rumore per non spaventare il resto della truppa, che infatti andrà avanti col suo lavoro e non si fermerà. Sino a ieri.
È l’alba il momento in cui entrano in azione i carabinieri della Compagnia di Oristano, coordinati dal capitano Francesco Giola e affiancati dai Cacciatori di Sardegna, dal Gruppo cinofili e dall’elicottero levatosi in volo da Cagliari. Con sé hanno l’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha accolto le richieste del pubblico ministero Sara Ghiani che ha lavorato sotto la supervisione del procuratore Ezio Domenico Basso. Ai domiciliari finiscono in cinque: Manuel Medda, 45 anni di San Nicolò Arcidano; Sabina Augusta Corriga, 33 anni di Siamanna; Mario Meloni, 58 anni di San Nicolò Arcidano; Vincenzo Sottile, 34 anni di Nurachi; Sandro Pia, 42 anni di Oristano. Non sono esattamente degli sconosciuti visti i guai passati e la familiarità col mondo della droga, tanto che la procura aveva richiesto il carcere che però non è arrivato, come ha spiegato il procuratore, perché l’emergenza sanitaria consiglia di non affollare le celle in un periodo come questo.
Non sono sconosciuti, quindi, e non sono soli. Altre tre persone vengono colpite da provvedimento cautelare e si tratta di Alex Medda, 25 anni di Arcidano, che dovrà sottostare all’obbligo di dimora nel Comune; Jionatan Caddeo e Alice Erdas, di 22 e 20 anni, entrambi di Zerfaliu, che invece hanno l’obbligo di presentarsi una volta al giorno alla polizia giudiziaria.
Ci sono poi tredici persone denunciate, undici segnalate al prefetto in quanto assuntori di sostanza stupefacente, 15mila euro in contanti e un fucile calibro 12 sequestrati. E poi c’è lei, la droga, motore di tutta l’inchiesta, perché chi spaccia stavolta è anche consumatore. I carabinieri, nel corso delle indagini che iniziano nel 2019, ne sequestrano parecchia – 100 grammi di cocaina, qualche chilo di marijuana, poco hashish e 15 grammi di eroina –, quattro volte arrestando in flagrante i protagonisti.
Del resto, questi ultimi, non è che si nascondessero troppo. Oltre a spacciare in luoghi pubblici dopo aver preso appuntamento coi consumatori, avevano deciso di filmare tutte le operazioni di taglio e suddivisione della droga in dosi installando delle telecamere in una casa. Da qui il nome dato all’operazione dai carabinieri che l’hanno ribattezzata “Camera Snarcy”, quest’ultima parola abbreviazione di San Nicolo Arcidano. Quasi non si fidassero l’uno dell’altro, avevano deciso che era meglio riprendere ogni fase per evitare furti o ammanchi di droga che per tutti era anche l’unica fonte di ricavo, eccezion fatta per chi, da qualche tempo, percepiva anche il reddito di cittadinanza.
Tutti gli altri dettagli sono contenuti nelle numerose pagine del fascicolo d’inchiesta che parte da un antefatto: l’evasione dai domiciliari di Mirko Medda, che va a casa del fratello Manuel perché ha bisogno di droga. I carabinieri lo trovano lì, intento a tagliare lo stupefacente, e lo arrestano. Scelgono però di non fare troppo rumore per non spaventare il resto della truppa, che infatti andrà avanti col suo lavoro e non si fermerà. Sino a ieri.