Sassari, appalti sospetti in Oculistica, il pm chiede il processo per due medici: chi sono
Sollecitato il rinvio a giudizio anche per un imprenditore cagliaritano
Sassari L’inchiesta per turbativa d’asta che ad aprile del 2024 aveva scosso la sanità sassarese è approdata ieri mattina in udienza preliminare.
La Procura Davanti al giudice Paolo Bulla, il pubblico ministero Lara Senatore ha chiesto il rinvio a giudizio dell’oculista sassarese Mario Sotgiu, del direttore della clinica oculistica dell’Aou Antonio Pinna e dell’imprenditore cagliaritano Paolo Tronci. Non luogo a procedere, invece, è stato sollecitato per la sorella di quest’ultimo – Emanuela Tronci – e per l’ingegnere clinico Antonio Alberto Mario Lumbau. Per tutti l’accusa è concorso nel reato di “Turbata libertà di procedimento di scelta del contraente”. Un sesto imputato di Cagliari, Roberto Orrù, è chiamato invece a rispondere di favoreggiamento e per lui il pm ha chiesto la condanna a 6 mesi col rito abbreviato: avrebbe aiutato Paolo Tronci “a eludere le indagini cancellando dal telefono aziendale la chat con Mario Sotgiu prima che lo stesso telefono venisse sequestrato”.
Gli imputati Al centro dell’inchiesta un bando di gara per affidare l’incarico relativo alla fornitura di apparecchiature biomedicali per la Clinica oculistica dell’Aou per un valore a base d’asta di 2 milioni di euro. Pubblicato nel 2020 con aggiudicazione l’anno successivo a due aziende di Cagliari amministrate da un fratello e una sorella (i Tronci) che avevano ottenuto la quasi totalità dei 21 lotti in gara. Mario Sotgiu, 67 anni, (difeso dagli avvocati Letizia Doppiu Anfossi e Gabriele Satta) già dirigente medico dell’Aou, era il presidente della commissione che decise l’affidamento del bando. Paolo Tronci, 60 anni, (difeso dai penalisti Guido Manca Bitti e Nicola Satta) era amministratore della A.b.med. srl e la sorella Maria Emanuela Tronci, 58 anni, (assistita da Manca Bitti e Massimo Macciotta) era legale rappresentante della Promedical srl, società di fatto amministrata dal fratello Paolo. L’ingegnere Lumbau (difeso da Francesco Porcu e Danilo Sedda) e Antonio Pinna, direttore della Clinica oculistica (assistito da Pierluigi Carta e Elias Vacca) erano invece rispettivamente redattore del capitolato tecnico della gara e sottoscrittore per conto dell’Aou.
Le difese Dopo la discussione del pubblico ministero, la parola è passata ai difensori degli imputati. I legali Vacca e Carta, che tutelano Pinna, hanno sottolineato che il loro assistito non ha mai avuto rapporti commerciali con Tronci. Lo stesso medico, nelle dichiarazioni spontanee al gip, aveva spiegato che prima di diventare direttore facente funzioni “il capitolato era già scritto” e lui era stato consultato poco prima della pubblicazione, rispondendo in qualità di medico solo relativamente a ciò che servisse o meno nella clinica. Aveva aggiunto di non aver mai interloquito con i fornitori e di non esser mai stato coinvolto nella stesura del bando. Anche i legali Porcu e Sedda, difensori di Lumbau, hanno chiarito tutti i passaggi che avevano portato all’elaborazione del capitolato tecnico e delle risposte ai quesiti tecnici di stretta competenza del loro assistito. Per quanto riguarda Sotgiu, per l’accusa avrebbe influenzato il processo amministrativo per favorire Tronci, titolare della A.B. Med., attraverso collusioni e presunti doni.
Ma i difensori Doppiu Anfossi e Gabriele Satta hanno respinto con forza queste accuse: «Sotgiu è stato nominato presidente della commissione di gara solo nell’aprile 2021, ben dopo la pubblicazione del bando avvenuta nell’agosto 2020. I rapporti tra lui e Tronci erano esclusivamente di natura commerciale, regolati da contratti di noleggio e pagamenti regolari per i macchinari utilizzati nel suo studio medico. Non ci sono prove che il nostro assistito abbia ricevuto regali o favori, come confermato anche dal verbale di perquisizione del 2022, che non ha rilevato irregolarità. Precisiamo inoltre che non c’è mai stato alcun passaggio di denaro a favore di Sotgiu, né è mai stato contestato questo dalla Procura. Infine, le risposte ai chiarimenti tecnici forniti ai concorrenti della gara non contenevano indicazioni volte a favorire Tronci o la sua azienda, ma erano anzi neutre o aperte a soluzioni alternative». Proprio sulla posizione di Tronci hanno discusso a lungo gli avvocati Nicola Satta e Manca Bitti. L’imprenditore cagliaritano è accusato di essere intervenuto sulla commissione di gara con suggerimenti relativi alle risposte ai quesiti tecnici posti dai partecipanti. Secondo l’accusa, Tronci avrebbe fatto pervenire queste indicazioni al presidente della commissione (Sotgiu) tramite un proprio dipendente, inviandogli una busta chiusa che avrebbe contenuto le risposte “consigliate”.
Lo stesso dipendente avrebbe dichiarato di aver conservato la busta da gennaio a ottobre, per poi aprirla davanti a un avvocato e presentare denuncia. «Nel frattempo, però, si era dimesso ed era stato assunto da un amico, concorrente diretto di Tronci nella gara». Per i legali il reato contestato (il 353-bis del codice penale) è “di pericolo concreto”. Ciò significa che, perché sia configurabile, occorre dimostrare che i presunti suggerimenti abbiano effettivamente avuto la capacità di alterare la gara. In realtà – «ammesso e non concesso che provenissero da Tronci» – quelle indicazioni per la difesa non avrebbero ristretto la gara a favore dell’imputato. «Molte non sono state recepite e, se lo fossero state, avrebbero addirittura ampliato il numero dei possibili concorrenti». Tra l’altro una consulenza tecnica depositata agli atti, redatta da un esperto del settore, avrebbe confermato che tutte le indicazioni attribuite a Tronci andavano in questa direzione. «Nessun elemento in atti la smentisce». Per la difesa, dunque, il reato non sussiste. Il giudice ha rinviato al 13 febbraio per la sentenza.
