La Nuova Sardegna

Oristano

In aula una figlia ha accusato il padre di abusi sessuali

NARBOLIA. In aula, durante il processo, si sono vissuti anche momenti particolarmente drammatici. Le motivazioni della sentenza, oltre che smontare la ricostruzione che l’imputato diede simulando la...

03 febbraio 2021
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NARBOLIA. In aula, durante il processo, si sono vissuti anche momenti particolarmente drammatici. Le motivazioni della sentenza, oltre che smontare la ricostruzione che l’imputato diede simulando la sparizione della moglie e spacciandola per una fuga volontaria, entrano nella vita dei due coniugi. Quel mezzo secolo di vita trascorso assieme è costellato dai sospetti e quindi dagli attriti nel momento in cui, con la confessione della moglie, viene fuori la verità. Giovanni Perria aveva sospettato che suo fratello, il quale era a sua volta emigrato in Germania, e la moglie avessero avuto una relazione. Sospettava che una delle figlie non fosse sua figlia perché, nel periodo in cui sarebbe stata concepita, lui era malato o addirittura ricoverato in ospedale. Così, quando Brigitte rompe gli indugi e confessa – una violenza sessuale commessa dal fratello dell’imputato, e non un tradimento – il marito non si dà pace. Ma in aula, una delle figlie, ha anche accusato il padre di averla violentata per cinque anni. Gli abusi sarebbero iniziati quando la ragazzina ne aveva dodici e si sarebbero conclusi quando, a sedici anni, raccontò tutto alla madre. Quest’ultima, per non turbare la stabilità della famiglia, avrebbe sempre cercato di sfumare su quegli episodi negati dal marito. (e.carta)

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