La Nuova Sardegna

Oristano

«Tutela zone umide, pescatori esclusi»

«Tutela zone umide, pescatori esclusi»

La Legacoop critica il protocollo per il contratto d’area costiero “Maristanis”

09 febbraio 2021
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SANTA GIUSTA. «Tutto perfetto, però, avete escluso da quella pianificazione proprio i pescatori»: le parole non sono esattamente queste ma è il senso della protesta della Legacoop che attraverso il responsabile del settore pesca, Mauro Steri, contesta il metodo adottato per la stesura del Piano di azione del Contratto di Costa “Maristanis” recentemente sottoscritto dai sindaci dei Comuni costieri dell’Oristanese. «Registriamo, con rammarico, la totale assenza del settore produttivo della pesca dai tavoli di discussione che hanno portato alla stesura del Piano di azione», scrive infatti Steri in una lettera inviata agli assessori regionali all’Industria e alla Difesa dell’ambiente, Anita Pili e Gianni Lampis, e ai sindaci di Terralba e Cabras, Sandro Pili e Andrea Abis, coordinatori degli amministratori locali. « La pesca professionale è l’attività economica principale che viene esercitata sia nell'ambiente marino che in quello lagunare dell’Oristanese – si legge – nei sei principali stagni (Marceddì, Santa Giusta, Cabras, Mistras e Is Benas) da oltre cinquecento addetti, suddivisi in due consorzi cooperativi e tre cooperative che li gestiscono in forza di una concessione della Regione ». Il responsabile di Legacoop, rimarca come sia gli obiettivi dell’Agenda 2030 dello Sviluppo sostenibile dell’Onu, sia le linee guida indicate dalla Commissaria Europea Ursula Von Der Layen concordino su un punto: «lo sviluppo sostenibile per essere definito tale deve essere co-progettato con il coinvolgimento di tutti gli attori pubblici, privati e economici del territorio». L’esclusione dei pescatori dalla pianificazione, dunque, rappresenta per Steri «il perpetrarsi di vecchi schemi ormai superati all’interno dei nuovi concetti di programmazione». Legacoop chiede espressamente che nella pianificazione ci sia il coinvolgimento del settore produttivo della pesca e dei suoi rappresentanti, con l’accoglimento delle istanze del settore. La critica non riguarda tuttavia la scelta dei sette assi strategici del Piano di azione, che comprendono governance territoriale partecipata, riqualificazione del paesaggio e valorizzazione del patrimonio culturale, green economy, modello di sviluppo del territorio sostenibile e responsabile, ma la mancata condivisione della programmazione proprio con chi nelle lagune ci lavora, appunto i pescatori professionisti, affinchè possano dare il loro contributo. «Auspicando quanto prima un fattivo coinvolgimento del settore produttivo della pesca e dei loro rappresentanti», conclude Steri. (m.c.)

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