La Nuova Sardegna

Oristano

E la Giostra scrive una poesia

E la Giostra scrive una poesia

Una filastrocca distribuita anonimamente in città sogna il “miracolo”

10 febbraio 2021
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ORISTANO. Per gli amanti della poesia si tratta di quindici sestine tutte a rima baciata.

In pratica è poco più che una filastrocca circolata ieri mattina e lasciata in tanti negozi del centro.

Una filastrocca carnevalesca, per il periodo, e sartigliesca per il contenuto, nella quale la stessa Giostra, che parla in prima persona, «da secoli onorata, rinnovata e rispettata», parla ai governanti invitandoli a dialogare con i Gremi, «esautorati, subalterni e relegati», per l’ennesima ingiustizia che li ha visti privati della corsa alla stella.

La poesiola si rivolge a tutti gli attori coinvolti in questa storia: Gremi, fondazione, Prefetto, questore, sindaco e assessori comunali.

Definisce «strani» i decreti che limitano i movimenti durante la pandemia, e critica con il sorriso il recente decreto del sindaco, definito per motivi metrici «Andrea il saggio», che vieta dalle quattro della sera avere in mano «un bicchiere di nieddera, o di vino o di vernaccia o una birra che ti piaccia».

Secondo l’autore del mottetto «queste privazioni non aiutano la gente, nel cuore e nella mente». E così alla fine delle sestine ci si chiede se la città debba essere privata «dei rituali più importanti».

La proposta è sempre la stessa che è circolata in queste settimane senza trovare alcun conforto da parte delle autorità pubbliche e della sicurezza. L’autore della poesiola immagina dunque un evento senza pubblico, percorso transennato e traffico vietato «a color che sono amanti del famoso evento, evitando assembramento».

La chiusura fa riferimento al calcio che nello stadio è permesso, «e quindi anch’io voglio i miei Componidori», prima dell’ultima sestina, dove la Giostra non si arrende, pretende la celebrazione in qualche forma, sperando in una intesa tra «potere e parte lesa», per «risolvere le questioni». Carnevalata in coda: «Evitando ribellioni».

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