La Nuova Sardegna

Oristano

Ats sconfitta in tribunale e costretta ad assumere

di Enrico Carta
Ats sconfitta in tribunale e costretta ad assumere

Cinque operatori socio sanitari vincono la causa e ora avranno il posto di lavoro Contestavano il mancato scorrimento della graduatoria del concorso del 2017

13 febbraio 2021
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ORISTANO. Cinque operatori socio sanitari battono per la seconda volta, probabilmente è anche quella definitiva, l’accoppiata Ats–Assl di Oristano in tribunale. Il pronunciamento di settembre del giudice della sezione Lavoro, Salvatore Carboni, trova conferma ora nella sentenza emessa nei giorni scorsi dal collegio composto dai giudici Leopoldo Sciarrillo, Antonio Angioi e Paola Bussu. A loro si era rivolta l’Ats sperando in un ribaltamento della prima sentenza, invece l’unico ribaltamento che ora l’Azienda per la tutela della salute, in particolare l’Assl di Oristano, è obbligata a praticare è quello del metodo per le assunzioni.

Se da tempo era pratica usuale quella di ritenere la graduatoria del 2017 del concorso per operatori socio sanitari come un documento senza valore o quasi, d’ora in avanti da quella bisognerà attingere e recuperare i nomi di cinque delle otto persone – tre di loro hanno nel frattempo trovato lavoro in altre Assl isolane – che avevano presentato il primo ricorso a pochi giorni dalla scadenza della validità della graduatoria.

Il primo giudice aveva condannato il malvezzo di assumere persone a tempo determinato e per giunta fuori dalla graduatoria, nonostante l’Ats avesse chiarito nel suo vecchio piano triennale delle assunzioni che ci fosse una carenza di 280 unità lavorative per arrivare a una pianta organica di 1.400 persone. Oltre allo scorrimento della graduatoria, il giudice aveva inoltre imposto l’assunzione dei lavoratori che, assistiti dagli avvocati Gianni Benevole e Gianfranco Congiu, avevano presentato il ricorso d’urgenza qualche mese fa.

A questo provvedimento si era opposta l’Ats, che non voleva cedere alla sconfitta legale. L’avvocato Salvatore Angelo Miscali aveva proposto varie motivazioni attraverso le quali chiedeva l’annullamento di quel provvedimento, spiegando in particolare che il piano triennale non fosse la Bibbia delle assunzioni e quindi un atto vincolante, ma un atto programmatico che «non esprime la volontà di assegnazione di posti di lavoro, non indica alcuna carenza di organico da colmare e non impegna a effettuare nuove assunzioni, ma disegna solo un programma». Insomma, per chi aveva partecipato al concorso, la graduatoria doveva somigliare esclusivamente a una «mera aspettativa all’assunzione e non a un diritto al posto di lavoro».

L’Ats poi sosteneva che le Assl potevano tranquillamente rimpolpare gli organici con personale assunto a tempo determinato e che la loro chiamata in corsia non fosse necessariamente indicativa di una carenza di organico. I giudici hanno però letto la vicenda in maniera diversa e, rifacendosi a numerosa giurisprudenza in materia di diritto del lavoro, hanno chiarito che il piano triennale per le assunzioni era da ritenere pari a una certificazione ufficiale delle carenze in organico e delle necessità di assumere personale entro il 31 dicembre del 2020. Ciò valeva non solo per i posti vacanti, ma anche per quelli disponibili nelle varie Assl che nel conteggio sono risultati addirittura con superiori rispetto alla richiesta di chiamata al lavoro.

Tirando le somme, la decisione rafforza quella di settembre e impone all’Ats, nella sua diramazione dell’Assl oristanese, di assumere gli operatori socio sanitari che hanno presentato il ricorso prima che la graduatoria scadesse.

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