La Nuova Sardegna

Oristano

Nuova chiesa e polemiche, «Inevitabile ricostruirla»

di Ivana Fulghesu
Nuova chiesa e polemiche, «Inevitabile ricostruirla»

Villa Verde, il sindaco risponde a chi aveva criticato la nascita dell’edificio: «Chi critica non conosce le norme urbanistiche e il lavoro dei progettisti»

20 febbraio 2021
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VILLA VERDE. «Nel bel mezzo di una pandemia tutto mi sarei aspettato tranne una polemica sulla nuova chiesa, messa in atto da una sola persona». È una reazione di stupore quella del primo cittadino Sandro Marchi in merito alle recenti affermazioni di un compaesano, Vitale Scanu, non più residente a Villa Verde, che attraverso una lettera alla Nuova Sardegna, aveva espresso il suo disappunto riguardo la nuova chiesa in costruzione e l’attuale situazione dei lavori. «Pur non essendo il comune il committente dell’opera, è facile per tutti vedere come la stessa volga verso il completamento», dice Sandro Marchi che precisa: «Certo non posso azzardare una data per la loro conclusione, cosa che spetta alla Curia, ma siamo nella fase finale dell’opera. In questo momento gli sforzi miei e della comunità sono indirizzati alla salvaguardia della salute pubblica». Poi il discorso entra nel merito della polemica. «Affermare che gli abitanti non accettano assolutamente la nuova chiesa, mi pare incauto e bizzarro; il signor Scanu non può che rappresentare se stesso, per inciso non lo vediamo da più di vent’anni, non conosce il paese, ma soprattutto non conosce noi Bainesi, le nostre vite, le nostre passioni e sofferenze, il significato profondo della scelta di risiedere nelle zone interne; vive di ricordi e di un’immagine sbiadita e distorta del paese, frutto di quello che gli riporta frammentariamente qualcuno. Scrivere che la chiesa in costruzione è un “ecomostro perché estranea al contesto urbano del paesino, sostenendo che è già da restaurare” denota la sua tendenziosità e la scarsa conoscenza su diverse materie quali urbanistica, paesaggio, edilizia e restauro, oltre alla mancanza di rispetto verso la diocesi e i progettisti».

La risposta del primo cittadino prosegue: «Lo scempio vero è stato perpetrato negli anni ’60, demolendo la vecchia chiesa ottocentesca per dare spazio a una nuova costruzione a lui tanto cara, costruita con pietrame marnoso andato subito in deterioramento, senza nessun pregio architettonico e artistico, che ha portato alla sua demolizione per problemi di sicurezza statica e per i costi insostenibili, dovuti alle continue manutenzioni».

Insomma gli argomenti che hanno portato alla polemica vengono ritenuti del tutto infondati dal sindaco. «La nostra comunità sta vivendo la costruzione della nuova chiesa in modo sereno e fiducioso, fidandosi della competenza della CEI, dei professionisti che hanno progettato l’opera e di quelli che hanno esaminato e approvato il progetto. Durante il corso-laboratorio sulla nuova chiesa, abbiamo discusso in modo concreto e costruttivo dell’opera avvalendoci del parere e dell’opinione di tutti: cittadini (quelli che hanno partecipato), tecnici, parrocchia. Quando l’opera è stata presentata nessuno si è sentito tradito o preso in giro rispetto alle premesse iniziali, sapendo bene che una chiesa non può essere realizzata secondo le proprie idee o convinzioni personali, quello si fa con la propria abitazione, PUC permettendo naturalmente».

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