La Nuova Sardegna

Oristano

Abusi sessuali in cella, 11 anni e 8 mesi

Abusi sessuali in cella, 11 anni e 8 mesi

Condannato un detenuto che aveva violentato per mesi un altro recluso

24 febbraio 2021
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ORISTANO. Tutto vero. I giudici non hanno dubbi e sposano la ricostruzione del pubblico ministero Silvia Mascia, andando anche oltre la pena richiesta dall’accusa che aveva sollecitato dieci anni di carcere per Mahjouby Makhlouf, che invece dovrà scontare undici anni e otto mesi. Proprio il carcere era stato il teatro della vicenda per cui è finito a processo. I vecchi guai giudiziari che l’avevano portato nella casa circondariale di Massama però non c’entrano, perché il processo che si è concluso ieri è nato proprio dentro una di quelle celle.

È lì che l’imputato aveva abusato di un altro detenuto, approfittando della sua superiorità fisica e costringendolo così a sottomettersi sino al punto di avere rapporti sessuali per i quali la vittima non aveva la forza né fisica né mentale di opporsi, anche perché aveva un deficit psichico.

Sarebbero durate mesi le violenze, mesi durante i quali la vittima, che in cella vi era finita proprio perché condannato per abusi sessuali commessi ai danni di un minorenne, avrebbe quindi subito in silenzio. Arrivò però il giorno in cui riuscì a trovare il modo per denunciare quelle brutalità e così venne avviata l’inchiesta che aveva poi trovato le prime conferme tramite un incidente probatorio. Nonostante l’imputato abbia smentito con dichiarazioni spontanee le accuse e poi il suo avvocato difensore Gianfranco Meloni abbia sottolineato come non ci fossero né prove dirette né altri detenuti nei panni di testimoni dei fatti denunciati dalla vittima, le accuse hanno convinto i giudici.

Il collegio del tribunale, presieduto da Carla Altieri con giudici a latere Marco Mascia e Consuelo Mighela, ha quindi emesso la condanna stabilendo anche una provvisionale di 15mila euro per la vittima degli abusi, che si era costituita parte civile assistita dall’avvocatessa Antonella Piredda. Il resto del risarcimento verrà stabilito in una successiva causa civile. Per l’imputato è poi arrivata una serie di interdizioni. C’è stata poi l’assoluzione dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni per remissione di querela. (e.carta)

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