La Nuova Sardegna

Oristano

maltrattamenti e resistenza 

Telefona ai carabinieri perché vuol farsi arrestare

Telefona ai carabinieri perché vuol farsi arrestare

MILIS. «Pronto, venite ad arrestarmi». La chiamata che tre giorni fa hanno ricevuto i carabinieri è alquanto insolita. Al telefono c’è un 43enne che chiede il loro intervento perché, se non finisce...

27 febbraio 2021
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MILIS. «Pronto, venite ad arrestarmi». La chiamata che tre giorni fa hanno ricevuto i carabinieri è alquanto insolita. Al telefono c’è un 43enne che chiede il loro intervento perché, se non finisce subito in manette, potrebbe fare qualche gesto sconsiderato. La situazione nella casa dove vive coi genitori e due fratelli è diventata esplosiva, così vede nell’intervento dei militari l’unica via d’uscita. Quando questi ultimi arrivano nella casa, trovano il padre che apre la porta incredulo. Capisce però che il figlio ha davvero chiamato il 112 e chiesto l’intervento. Fatto sta che i carabinieri non hanno alcuna intenzione di arrestare il 43enne perché, sino a quel momento, non c’è reato da contestare, tanto meno in flagranza.

Di stare a casa però non ne vuol sapere. Insiste, insiste e insiste ancora sino a che decide che l’unico modo per finire in manette è quello di prendersela proprio coi carabinieri. Li prende a male parole, poi ci mette qualche spintone e alla fine ottiene quel che voleva: viene arrestato per resistenza. Una volta in caserma poi la situazione peggiora, perché viene chiamato a deporre il padre e si scopre che, da qualche tempo, il figlio lo maltratta. Niente aggressioni fisiche, ma continue vessazioni psicologiche, con una corda a forma di cappio lasciata su una sedia come apice delle minacce.

A quel punto l’arresto in flagranza viene sorpassato perché scatta il codice rosso contro i reati commessi tra le mura domestiche e il 43enne, su disposizione del pubblico ministero Silvia Mascia, finisce in carcere.

Ieri mattina si è svolta l’udienza di convalida, dove però l’indagato, difeso dall’avvocato Simone Prevete, ha cambiato idea e ha chiesto di essere immediatamente scarcerato prima di scegliere di avvalersi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio. Troppo tardi, perché la misura cautelare è stata per il momento confermata dalla giudice per le indagini preliminari. (e.carta)

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