La Nuova Sardegna

Oristano

Inchiesta "Saltalafila": testimoni anche Stellino e Taurasi

di Giuseppe Centore e Enrico Carta
Inchiesta "Saltalafila": testimoni anche Stellino e Taurasi

Secondo la Procura vaccinati impropriamente l’ex questore e il comandante provinciale della GdF

20 aprile 2021
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ORISTANO. L’ex questore Giusy Stellino, in servizio a Oristano sino a poche settimane fa e oggi a Ravenna. Il colonnello Andrea Taurasi, comandante provinciale della Guardia di Finanza. Il vice questore aggiunto Pino Scrivo, dirigente del divisione amministrativo della questura. Tra le schede da esaminare nell’inchiesta “Saltalafila” ci sono anche le loro. Saranno assieme ad altre decine di persone, tra coloro che verranno chiamati nei prossimi giorni come testimoni, alcuni al comando provinciale dei carabinieri di Oristano, per capire se davvero i sedici tra medici e infermieri indagati abbiano creato delle corsie preferenziali per parenti, amici e, a questo punto, forze dell’ordine.

L’indagine per abuso d’ufficio e peculato, coordinata dal procuratore Ezio Domenico Basso e dal sostituto procuratore Andrea Chelo e affidata al Nas dei carabinieri, corre.

Il vertice. Ieri pomeriggio, i due magistrati hanno tenuto un vertice in procura per fare il punto della situazione e decidere le prossime mosse da affidare alla maggiore Nadia Gioviale, anche se il percorso che verrà scelto appare segnato. Oltre alle inevitabili verifiche documentali, ci saranno le audizioni di quelle che in gergo tecnico si chiamano “persone informate sui fatti”. Sarà un passaggio indispensabile per capire se l’indagine poggi su basi solide e se gli inquirenti decideranno di andare avanti.

Che tra i beneficiari di vaccini, ricevuti in anticipo rispetto ai tempi o da case farmaceutiche diverse rispetto a quelle previste dall’età e dalla categoria alla quale appartenevano i soggetti da immunizzare, ci potessero essere esponenti delle forze di polizia era già stato comunicato. Lo stesso procuratore aveva annunciato che, in mezzo a qualche agente o militare, c’erano anche nomi importanti delle gerarchie dei vari corpi di polizia. Ma nessuno poteva immaginare che potessero esserci anche Stellino, Taurasi e Scrivo.

Non indagati. Altrettanto puntualmente era stato precisato che nessuna delle persone che hanno ricevuto le dosi sulle quali si stanno facendo gli accertamenti fosse indagata. I vaccinati sarebbero quindi solo i beneficiari di un meccanismo che avrebbe agevolato parenti, amici e magari anche persone particolarmente in vista. Se tutto ciò venisse confermato, sarebbe un metodo discutibile di procedere con le somministrazioni, ma senza alcun risvolto di tipo penale.

Le somministrazioni, forse illegittime nei tempi e nel tipo di farmaco utilizzato, su cui si stanno concentrando procura e Nas sono quelle della primissima fase della campagna di immunizzazione, quando ancora le dosi dovevano essere inoculate quasi esclusivamente al personale sanitario, agli ospiti e al personale lavorativo e volontario delle residenze sanitarie assistite.

I dubbi. Il sospetto, da cui nasce l’inchiesta, è che qualcuno abbia approfittato della propria presenza nelle squadre vaccinali per aprire la porta a persone che invece avrebbero dovuto fare la fila e attendere settimane, se non mesi prima di essere chiamate.

Del resto le prime ammissioni sono ormai saltate fuori. Tra gli indagati c’è chi ha già detto anche davanti a taccuini e a favore di telecamere, di aver vaccinato parenti stretti conviventi perché, al termine della giornata di somministrazioni, avanzavano delle dosi e quindi di aver chiamato a raccolta i propri cari non avendo liste di riserva da cui attingere.

Priorità. Piuttosto che buttare una dose, si è preferito procedere senza dare troppa importanza alle priorità che, forse, in quel momento nemmeno erano troppo chiare. Nel caso delle forze di polizia che avrebbero però ricevuto la dose in anticipo rispetto ai tempi, ci sarebbe un ulteriore aspetto da tenere in considerazione: quelle erano le settimane in cui la discussione sugli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca cominciava a catturare l’attenzione. E negli stessi giorni una dettagliata circolare del Viminale, per la Polizia di Stato, chiariva ordine, tempistica e tipologia di vaccino da inoculare al personale, già inserendo in quella fase la distinzione tra Pfizer e Astrazeneca per età, con un successivo stretto controllo della direzione centrale di Sanità del dipartimento di pubblica sicurezza su chi e quando avrebbe ricevuto la dose di vaccino.

Diverse componenti delle forze di polizia, non solo i vertici, sarebbero nell’elenco che i Nas stanno spulciando, anche nel ruolo di “parenti di vaccinati”. Questi avrebbero ricevuto un vaccino indipendentemente da quello consigliato per età, e per di più in anticipo coi tempi. Le testimonianze dirette renderanno tutto più chiaro.

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