La Nuova Sardegna

Oristano

A Marrubiu scoperto carrozziere-inquinatore

A Marrubiu scoperto carrozziere-inquinatore

Aveva gettato in un bosco di Laore decine di parabrezza d’auto rotti. Poi li ha smaltiti, ma pagherà

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MARRUBIU. Al peggio non c’è mai fine. e alla fantasia dei vandali dell’ambiente neppure. Grande è stata la sorpresa degli agenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale di Oristano, coordinati dal direttore del servizio Maria Tiziana Pinna e diretti per quanto riguarda la stazione forestale di Marrubiu dal comandante Antonello Cadoni, quando in una area di rimboschimento di Laore, in località Masongiu, hanno trovato decine di parabrezza di auto rotti. Si trattava di vetri rotti e cambiati non da un privato ma da qualcuno che aveva a disposizione mezzi e locali idonei alla bisogna. E così gli investigatori ambientali si sono messi a cercare l’officina luogo originario del reato, trovandola in una autocarrozzeria dell’alta Marmilla. Le indagini, avviate immediatamente, hanno permesso di individuare il responsabile dell’abbandono, che altri non era che il titolare dell’autocarrozzeria. Questi ha provveduto immediatamente a ripulire l’area, conferendo i rifiuti presso i centri autorizzati, ma non ha potuto comunque evitare conseguenze penali. Il carrozziere inquinatore è stato deferito alla Procura per gestione illecita di rifiuti e rischia la pena dell’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi, come in questo caso.

«Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti si manifesta in tutta la sua gravità per le pesanti ripercussioni sull’ambiente, sulla salute delle persone, sulle attività produttive ed infine per i considerevoli costi di bonifica che ricadono sui Comuni. Il Corpo Forestale – ha dichiarato la direttrice di OristanoTiziana Pinna – è sempre impegnato in prima linea, con un grande impiego di risorse umane e strumentali, per contribuire ad arginare il fenomeno, ma davanti a certi episodi rimaniamo senza parole».

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