La Nuova Sardegna

Oristano

Le strade del vino portano nel Sinis

di Piero Marongiu
Le strade del vino portano nel Sinis

Riola Sardo, l’azienda Sa Marigosa tenta il rilancio della storica Tenuta Evaristiano: si parte con 80mila bottiglie

01 maggio 2021
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RIOLA SARDO. Saranno circa 80mila le bottiglie di vino prodotte dalle Tenute Evaristiano che da quest’anno sono entrate nella linea di prodotti commercializzati dall’azienda ortofrutticola Sa Marigosa. Si tratta di due vini rossi e tre bianchi. Unirsi quindi non soltanto per ampliare l’offerta dei prodotti da collocare sul mercato, ma anche per dare voce e maggiore visibilità al territorio. Da raccontare, far conoscere e valorizzare attraverso i suoi prodotti di eccellenza.

È quanto hanno deciso di fare due aziende della provincia, Sa Marigosa appunto, che opera nel settore ortofrutticolo, e le Tenute Evaristiano di Putzu Idu in quello vitivinicolo. Entrambe si trovano nella costa ovest della Sardegna, nota come penisola del Sinis. Un’area geografica particolarmente favorevole per le produzioni agricole di alta qualità. Incontrarsi diventa pertanto sinonimo di unione commerciale per perseguire un obiettivo comune: creare reti di azione valide e durature nel tempo.

Nasce da quei comuni intenti l’intesa tra le due aziende, il cui proposito è quello di rinverdire le finalità originali della storica cantina Evaristiano, volute e messe in pratica dal fondatore Evaristo Madeddu, il quale poneva alla base del suo agire il rispetto per la terra e quello per l’uomo. Il progetto che ha visto Sa Marigosa sostenere la produzione e la nascita di alcuni nuovi vini provenienti delle Tenute Evaristiano di Putzu Idu – oltre 30 ettari di terra coltivata a vitigno con 3.700 ceppi tra cannonau, vermentino e Nuragus – due dei quali denominati entrambi Capo Mannu, uno rosso prodotto con uve cannonau e uno bianco con uvaggio vermentino. Fanno parte della linea convenzionale mentre altri due, Sisìni (il nome in sardo campidanese del cigno) e Is Arus, vermentino il primo e Nuragus il secondo, rientrano invece nella linea biologica.

Sono nomi evocativi dei luoghi in cui insistono emergenze archeologiche di grande interesse scientifico e culturale, con la presenza di alcuni tra i siti più importanti della provincia di Oristano. «Noi crediamo molto in questo progetto – spiega Paolo Mele, dell’azienda Sa Marigosa –. Siamo convinti che, nonostante la pandemia che sta mettendo in seria difficoltà moltissime aziende, l’unica strada percorribile in questo travagliato periodo storico, sia quella di unirsi per raggiungere obiettivi sociali ed economici comuni. Purtroppo non possiamo realizzare eventi promozionali dal vivo per la presentazione del progetto, ma abbiamo deciso comunque di lanciare i nuovi vini sul mercato».

Ai quattro già presenti sul mercato estero e nazionale, acquistabili nelle enoteche e nei punti vendita specializzati, molto presto se ne aggiungeranno altri due. «Il nostro enologo – precisa Mele – sta seguendo il processo di produzione e a breve inizieremo l’imbottigliamento».

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