La Nuova Sardegna

Oristano

Sintetico o terra battuta? La disputa si fa politica

di Davide Pinna
Sintetico o terra battuta? La disputa si fa politica

Maggioranza e giunta si dividono sul quinto campo da tennis di Torregrande La fase di stallo dura da diversi mesi e i lavori ancora non partono

13 maggio 2021
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ORISTANO. La questione potrebbe sembrare di scarsa importanza, ma il rifacimento da parte del Comune del quinto campo del Tennis Club di Torregrande assume caratteri politici, dato che in ballo ci sono circa 50mila euro di soldi pubblici e la possibilità, futura, di ospitare eventi tennistici nazionali e internazionali nella borgata marina. Adesso si muove la minoranza, con una mozione che ha come primo firmatario il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, Efisio Sanna, seguito dalla compagna di partito Maria Obinu, dall’indipendente Francesco Federico, Andrea Riccio (ProgReS), Danilo Atzeni (Psd’Az), Patrizia Cadau, Anna Maria Uras e Monica Masia.

La vicenda è già stata raccontata: con un mutuo da 250mila euro contratto con il Credito Sportivo, il Comune ha finanziato il rifacimento di quattro campi da tennis del club. L’azienda incaricata ha smantellato la vecchia pavimentazione, rovinata e impraticabile, e l’ha sostituita con una nuova di zecca, realizzata in greenset, una resina sintetica sempre più diffusa nei circoli tennistici.

«L’appalto ha determinato dei risparmi pari 60mila euro, 48mila dei quali sono utilizzabili per il rifacimento del quinto campo» spiegano i firmatari nella mozione. È un preambolo fondamentale, perché solo con cinque campi è possibile ospitare eventi sportivi nazionali e internazionali omologati e ovviamente l’occasione sarebbe ghiotta per un circolo tennistico al centro dell’isola. C’è un dettaglio in più, decisivo per comprendere la portata del dibattito: i cinque campi devono essere realizzati nello stesso materiale perché possano ospitare tornei. E in questo senso si è espresso molto chiaramente anche il dirigente dei Lavori pubblici Roberto Sanna, che, in commissione nei mesi scorsi, ha confermato la necessità di realizzare il campo in Greenset e ha spiegato che farlo in terra battuta, come vorrebbe una minoranza dei soci del circolo, comporterebbe delle spese di manutenzione pesanti.

Eppure all'interno del circolo c’è chi vuole a tutti i costi il campo in terra battuta. Il cantiere per i primi quattro campi si è concluso da mesi, ma il Comune non ha ancora dato avvio ai lavori per il quinto e il motivo è proprio in questa diatriba. I firmatari della mozione non lo scrivono, ma il motivo sarebbe che gli amanti della terra battuta hanno trovato sponda fra alcuni componenti della maggioranza e della giunta e per questo non si è ancora trovato l’accordo necessario per il via ai lavori.

Ecco dunque che si spiega la scelta di presentare una mozione per impegnare la giunta alla realizzazione del quinto campo in Greenset e non, come accade in genere in questi casi, un’interrogazione. La mozione va votata da tutti i consiglieri e la minoranza probabilmente punta a far uscire allo scoperto gli eventuali sostenitori della terra battuta.

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