La Nuova Sardegna

Oristano

«Il sindaco mi chiese di cambiare il verbale»

«Il sindaco mi chiese di cambiare il verbale»

Masullas la comandante dei carabinieri al processo contro l’ex primo cittadino Mansueto Siuni

14 maggio 2021
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MASULLAS. «Venne in caserma a chiedermi di fare qualcosa per modificare l’esito dell’alcol test del figlio. Mi disse che se non lo avessi fatto i rapporti fra istituzioni non sarebbero stati più gli stessi, che ne avrebbe interessato il prefetto e che non sarebbe convenuto per l’Arma, dopo i fatti del 2012 ». Avrebbe persino rievocato una vicenda ormai chiusa da tempo, con le condanne di alcuni militari “infedeli” allora in servizio alla Compagnia di Mogoro. Così Mansueto Siuni, che nel 2017, quando rivestiva la carica di sindaco di Masullas, avrebbe cercato di far modificare l’esito di un alcol test fatto qualche sera prima al figlio.

Ieri, al processo che vede l’ex primo cittadino accusato di tentata concussione, la comandante della compagnia dei carabinieri, il capitano Nadia Gioviale, che ora, con i gradi di maggiore, comanda il Nas di Cagliari, ha confermato quanto dichiarò nella denuncia che scattò dopo quel colloquio. L’ufficiale chiamata a testimoniare davanti ai giudici del collegio presieduto da Carla Altieri, a latere Elisa Marras e Serena Corrias, ha risposto alle domande del pubblico ministero Sara Ghiani e degli avvocati difensori, Raffaele Miscali e Patrizio Rovelli.

Altrettanto ha fatto anche il secondo testimone, l’appuntato scelto che quella sera fermò il giovane a un posto di blocco. «Mi disse subito che aveva l’assicurazione scaduta. Il suo alito mi insospettì. Gli proposi di fare l’acol test, lui all’inizio tentennò dicendomi che a cena aveva bevuto qualcosa. Io lo rassicurai, dicendogli che se aveva bevuto poco, l’esito del test sarebbe andato bene. Alla fine lo convinsi, lo sottoponemmo a due test dai quali risultò avesse assunto una quantità d’alcol superiore a quella consentita per stare al volante. Mi disse: sono il figlio del sindaco, io continuai a compilare il verbale e andammo nella caserma distante pochi metri per fare le fotocopie».

L’auto, intestata alla madre del giovane, venne posta sotto sequestro amministrativo ma venne subito restituita ai proprietari, che nel frattempo dimostrarono che l’assicurazione era stata regolarmente pagata. Ieri, è emerso che i verbali furono due, uno redatto la sera stessa, l’altro qualche giorno dopo. È questo particolare, dei due verbali, il secondo più minuzioso del primo, sul quale hanno puntato i legali della difesa, chiedendo se fosse stato sollecitato dalla comandante dopo il colloquio con l’allora sindaco. «Io di quel colloquio non sapevo nulla», ha risposto l’appuntato. Si torna in aula il 7 ottobre con altri testimoni. (m.c.)

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