La Nuova Sardegna

Oristano

«Vogliamo i soldi per il porticciolo»

di Davide Pinna
«Vogliamo i soldi per il porticciolo»

Il consigliere con delega ai lavori teme che la Regione non rispetti i patti e non rifinanzi l’opera come da accordi

16 maggio 2021
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ORISTANO. Doveva essere il fiore all’occhiello di questa amministrazione, nata all’insegna di “completeremo i cantieri lasciati aperti e ridisegneremo il volto della città», rischia di essere la classica buccia di banana dove inciampare e farsi del male, non in pratica ma metaforicamente. Si tratta della pratica relativa ai lavori sul porticciolo di Torregrande.

Luca Faedda, consigliere comunale con delega al porticciolo di Torregrande, non si scoraggia ma, fra le righe, si inizia a intravvedere un certo malcontento per i ritardi della Regione nel ripristino del finanziamento da 5 milioni cancellato lo scorso agosto e non più rimodulato.

«Abbiamo interlocuzioni continue con la Regione da mesi – spiega Faedda – e ci hanno sempre dato la garanzia sul ripristino delle risorse. Poi, che siano i soldi del mutuo infrastrutture o quelli del fondo di coesione a noi interessa relativamente poco, l’importante è che arrivino subito, non possiamo più aspettare».

L'ultima novità è che la Regione ha rinviato a luglio la rimodulazione del mutuo infrastrutture, la più probabile delle opzioni di finanziamento del progetto di riqualificazione del porticciolo atteso da anni.

Ora Faedda spiega che le promesse di ripristino fatte dalla Regione ad agosto sono state rinnovate anche negli ultimi mesi.

«Anche perché – prosegue Faedda – stiamo parlando di opere urgenti. Non è un abbellimento, ma interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle opere a terra. Per noi si tratta di una priorità. Si parla sempre dei diportisti, ma il porto di Torregrande ospita anche la più importante flotta peschereccia della provincia. In queste condizioni anche l’ormeggio per i pescherecci diventa un problema».

Faedda spiega che ormai il Comune ha fatto ciò che doveva fare: «Le opere previste, la manutenzione e le migliorie ai moli e ai servizi di terra, sono pronte ad andare in cantiere. Se noi sapessimo che domani abbiamo di nuovo le risorse, dopodomani potremmo indire la gara d'appalto. Addirittura, dato che non si parla di lavori così impegnativi, saremmo in grado di rispettare la scadenza ultima del mutuo infrastrutture del marzo 2023». Ad agosto 2020, quando la Regione aveva cancellato a sorpresa il finanziamento, in maggioranza si era alzato il livello della tensione.

Per ora resta la compattezza, ma in tanti considerano la partita decisiva anche in vista delle prossime elezioni e non sono disposti ad accettare un fallimento. Più difficile la partita per il dragaggio dei fondali, dove mancano risorse e progetti.

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