La Nuova Sardegna

Oristano

Animali selvatici devastano i campi

di Piero Marongiu
Animali selvatici devastano i campi

Bauladu. Allevatori e agricoltori in difficoltà per le scorribande di cinghiali e volpi

10 giugno 2021
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BAULADU. La presenza incontrollata di cinghiali e volpi nelle campagne, sta diventando un problema serio per allevatori e agricoltori, i quali, dalle incursioni degli animali, stanno subendo gravissimi danni alle aziende e alle coltivazioni. «La situazione sta diventando insostenibile – spiega Alberto De Felice –. Coltivo essenze estive da sei anni e puntualmente, dopo le prime irrigazioni, i campi vengono devastati dagli animali le cui scorribande causano migliaia di euro di danni». Una perdita che non viene risarcita dalla Provincia, che rimborsa soltanto l’investimento, ma non il mancato guadagno.

Gli animali, assetati e affamati, distruggono i sistemi di irrigazione e con il muso espiantano le colture appena messe a dimora. Le aziende, senza aiuti adeguati da parte delle istituzioni, rischiano il collasso definitivo. «Le imprese come la mia – aggiunge De Felice – in questo momento non possono permettersi di crescere visto che le istituzioni, escluso il Comune, non aiutano la ripartenza». Relativamente al problema creato dalla presenza dei cinghiali, lo scorso anno, su richiesta di diversi allevatori e agricoltori, il sindaco, Davide Corriga, aveva sollecitato gli assessorati regionali all’Agricoltura e all’Ambiente perché promuovessero dispositivi normativi finalizzati al contenimento della popolazione dei cinghiali, in costante aumento.

Il cinghiale in Sardegna non ha un predatore, pertanto il suo numero cresce in continuazione. Secondo gli operatori del settore agricolo, le giornate di caccia del calendario venatorio non sarebbero sufficienti a limitarne la presenza.

«Lo scorso anno – dice l’allevatore Gabriele Zucca –, volpi e cinghiali hanno aggredito e ucciso diverse pecore e agnelli. Una pecora è stata aggredita davanti a me, ho urlato e l’animale si è allontanato ma dopo poco la pecora è morta. Qualche giorno fa hanno distrutto la cisterna dell’acqua. Non se ne può davvero più».

Lo scorso anno, dopo la constatazione dei capi di bestiame persi, l’allevatore aveva chiesto, tramite il Comune, che venissero riconsiderati gli ettari dell’autogestita in modo tale che anche il terreno su cui insiste la sua azienda vi fosse ricompreso. Al momento però, oltre all’interessamento dell’amministrazione locale, null’altro pare sia cambiato e cinghiali e volpi continuano a danneggiare aziende e coltivazioni.

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