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Pazienti fragili non vaccinati, sabato apre l’hub nel Guilcier

di Maria Antonietta Cossu
Pazienti fragili non vaccinati, sabato apre l’hub nel Guilcier

GHILARZA. Il prossimo fine settimana i residenti dei comuni del Guilcier con gravi patologie potrebbero ricevere la prima dose di vaccino. Andrebbe così a colmarsi una lacuna che stava iniziando a...

20 giugno 2021
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GHILARZA. Il prossimo fine settimana i residenti dei comuni del Guilcier con gravi patologie potrebbero ricevere la prima dose di vaccino. Andrebbe così a colmarsi una lacuna che stava iniziando a suscitare proteste. Resta da capire se faccia più notizia il fatto che, a questo punto dell’anno, molti pazienti fragili siano ancora scoperti o che sia ormai imminente la campagna di immunizzazione per le categorie maggiormente a rischio dopo gli ultraottentenni.

A ogni modo, se si parla di tempi di apertura è doveroso usare il condizionale visti gli intoppi che hanno ritardato e stanno condizionando l’entrata in funzione del concentramento territoriale di Ghilarza e degli altri centri autorizzati della provincia. Gli impedimenti erano dovuti principalmente alle difficoltà di approvvigionamento del siero, ma in questo momento le forniture non sembrano rappresentare un problema.

La struttura locale è prenotata per il 26 giugno e il Comune ha concordato con la direzione sanitaria del distretto Ghilarza-Bosa un cronoprogramma per somministrare la prima dose entro la metà di luglio a tutti i cittadini del Guilcier dai 60 anni in su. Si comincerà quindi sabato prossimo con i pazienti fragili e si procederà a cadenza bisettimanale per cercare di raggiungere le fasce anagrafiche più alte, ancora escluse dalla campagna di prevenzione. «Domani inoltreremo all’Ats la richiesta di 300 dosi per il sabato successivo e, con l’ausilio dei medici di base, dovremmo riuscire a effettuare il primo trattamento sulle persone più vulnerabili.», anticipa il sindaco Stefano Licheri.

Se tutto procederà secondo i piani, le vaccinazioni saranno eseguite di mercoledì dai sanitari dell’Ats e di sabato con l’intervento dei medici di famiglia. Si riprenderà il 30 giugno con le persone nate tra il 1942 e il 1952 e poi si scalerà di fascia coinvolgendo i nati fra il 1951 e il 1961. «Se questo programma sarà rispettato, e per ogni seduta ci verranno fornite dalle 550 alle 600 dosi – prosegue Licheri –, entro il 3 luglio saranno vaccinati gli ultrasettantenni e a metà dello stesso mese sarà fatto lo stesso con chi ha più di 60 anni. Una volta messe in sicurezza queste fasce d’utenza, proporrò di aprire ai cittadini del Barigadu dai 60 anni in su, e, successivamente, ai cinquantenni di entrambe le sub-regioni a cui non è stata ancora inoculata la prima dose. Per quest’ultima categoria contiamo di partire a settembre e a stretto giro di cominciare con i richiami».

«L’importante è che ci diano i vaccini», insiste il sindaco sottolineando: «Riuscire a rispettare questo ruolino significherebbe mettere in sicurezza le categorie che rischiano di contrarre le forme più gravi del coronavirus».

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