La Nuova Sardegna

Oristano

«Giù le mani dall’acqua, fermate subito le trivelle»

di Piero Marongiu
«Giù le mani dall’acqua, fermate subito le trivelle»

Santu Lussurgiu. Cittadini in piazza contro gli interventi della Siete Fuentes Vecchi studi geologici: «I sondaggi potrebbero bucare lo strato impermeabile»

04 luglio 2021
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SANTU LUSSURGIU. La preoccupazione si avverte. Le trivellazioni effettuate qualche mese fa a San Leonardo de Siete Fuentes da un’impresa che opera per conto della società Siete Fuentes, allo scopo di verificare l’esistenza di nuove falde acquifere da cui estrarre la risorsa necessaria ad aumentare la produzione da immettere sul mercato, sono un incubo ricorrente. Per fare chiarezza è stata convocata un’assemblea pubblica alla quale, accanto l portavoce del comitato “Difesa dell’acqua di San Leonardo” Luigi Onni, hanno presenziato il sindaco Diego Loi, il capo gruppo di minoranza Giovanni Matta, la consigliera regionale Annalisa Mele, il geologo Luigi Maccioni, il vulcanologo Marco Marchi. Assenti i rappresentanti della società Siete Fuentes.

«L’assemblea serve a far sapere ai cittadini quello abbiamo scoperto circa le trivellazioni effettuate nella borgata – spiega Luigi Onni –. I quattro saggi effettuati per cercare di trovare un’acqua diversa rispetto a quella che stanno già imbottigliando sono quattro. Un dato che, alla luce delle relazioni esistenti redatte dai geologi negli ultimi 25 anni, dice che qualunque intervento sulla falda potrebbe portare alla scomparsa dell’acqua nella borgata».

A spiegare nel dettaglio quello che potrebbe accadere è il geologo Luigi Maccioni, che aveva già esaminato e presentato una relaziona al Comune lussurgese 25 anni fa: «In quello studio avevamo suggerito che prima di procedere a eventuale trivellazione e successivi prelevamenti è indispensabile conoscere effettivamente l’andamento degli acquiferi, le portate potenziali e fare una serie di indagini specifiche. Uno dei rischi più concreti in una trivellazione è che si buchi lo strato impermeabile e che l’acqua se ne vada in altre direzioni. Non è la prima volta che accade. Nel Montiferrru è presente un bacino enorme, almeno 120 chilometri quadrati di acque che si infiltrano nelle fratture, se il serbatoio viene bucato l’acqua potrebbe disperdersi».

Così Giovanni Matta: «Nel 2019 la Regione ha autorizzato la società Siete Fuentes a effettuare delle trivellazioni nella borgata. La comunità ha saputo di quell’attività solo quando qualcuno ha visto le macchine in azione. Oggi siamo qui per capire cosa succederà, perché siamo fortemente preoccupati in quanto due tecnici autorevoli, di caratura internazionale, i professori Chetoni e Maccioni, hanno affermato, in precedenti sondaggi, che è meglio non intervenire oltre sulla falda di San Leonardo».

E la preoccupazione tra la popolazione è evidente. «È giusto che l’acqua venga data all’impresa che la imbottiglia – dicono in molti –, tuttavia non dobbiamo dimenticare che il nostro è un paese di allevatori e l’acqua per il comparto è indispensabile. E oggi a valle oggi non c’è acqua». Il sindaco Diego Loi, intervenuto al termine dell’incontro, ha ribadito la posizione dell’amministrazione comunale: «L’attenzione è massima. In conferenza dei servizi, laddove dovesse essere presentata la domanda, e allora si andrà a richiedere la valutazione di impatto ambientale, si verificheranno gli studi e le analisi. La situazione è costantemente monitorata». Annalisa Mele ha ricordato che, insieme ai suoi colleghi Ennas, Manca e Piras, ha presentato un’interrogazione all’assessore per verificare se le trivellazioni costituiscono un rischio per il sistema idrogeologico dell’area.

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