La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, sala operatoria negata a dodici pazienti

Enrico Carta
Oristano, sala operatoria negata a dodici pazienti

Sono tutte persone con fratture ricoverate in Ortopedia: da giorni attendono il via libera per l’intervento chirurgico

05 agosto 2021
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ORISTANO. Dodici pazienti con fratture e senza risposte. Bloccati a letto da giorni come fossero pacchi in attesa di essere spediti in quella sala operatoria che all’ospedale San Martino, da parecchie settimane, è accessibile solamente a chi deve subire un intervento di urgenza. La parolina magica è proprio questa, urgenza, ma per i vertici dell’Assl e per la direzione ospedaliera, non riguarda il reparto di Ortopedia dove pazienti (non poco) doloranti in attesa di stabilizzare le fratture continuano a essere tenuti a letto senza una data certa su quando potranno essere operati. Ogni giorno si riaccende la speranza, con gli ortopedici che pregano di avere finalmente a disposizione una finestra temporale per poter compiere qualche intervento, ma puntualmente arriva un caso non rimandabile da altri reparti e così l’appuntamento con l’operazione salta.

È successo appena due giorni fa che qualcuno dei degenti si sia trovato con la barella in sala operatoria e sia stato rimandato indietro perché, proprio in quegli istanti, c’erano da compiere interventi non rimandabili. Tra salvare una vita e tenere un paziente con una frattura scomposta in reparto per una decina di giorni la scelta è inevitabile: il dolore può attendere, la vita sfugge. Il vero problema è che non si doveva arrivare al momento della scelta su quale paziente scartare, ma dalle istituzioni politiche – assessorato regionale in primis – e dai vertici sanitari – Ats e Assl di Oristano – arrivasse mezzo cenno di inversione di rotta. Tutti i problemi che nei mesi scorsi sono stati ripetutamente denunciati dalla stampa, dai sindacati, dagli ordini professionali e dal Comitato per la difesa del diritto alla Salute – anche ieri ha sollevato i toni della protesta puntando i riflettori proprio sul caso Ortopedia – continuano a essere ignorati. Così chi è in prima linea è costretto anche a metterci la faccia e sollevare le spalle nel momento in cui deve spiegare ai pazienti che devono attendere un’altra alba e sperare nella giusta congiuntura temporale.

La situazione genera poi frustranti ricerche di santi del paradiso politico capaci – così si racconta nelle corsie – di scovare sale operatorie in altri ospedali dell’isola così che i pazienti possano ricevere l’ostia di un’operazione chirurgica in tempi assai più ragionevoli altrove. Il problema è sempre il medesimo ed è la carenza di medici, in questo caso di anestesisti. Domanda: possibile che non si riesca a trovarne due in tutta la Sardegna per consentire per due mesi il funzionamento di un reparto, in attesa che i problemi di organico vengano risolti? A proposito, undici mesi fa, l’assessore Nieddu prometteva assunzioni a frotte. Oristano però dev’essere sparita dalle mappe della sanità sarda. E forse non da undici mesi.

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