La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, pazienti ricoverati: nelle Cumbessias alloggi per i parenti

Davide Pinna
Oristano, pazienti ricoverati: nelle Cumbessias alloggi per i parenti

Ristrutturate le strutture della Basilica del Rimedio. Un regalo alla città di Soroptimist e Fondazione Sardegna per i parenti degli ospiti della clinica Santa Maria Bambina

02 ottobre 2021
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ORISTANO. Basta pensare all'assonanza fra le parole, per sintetizzare nel modo migliore il progetto che ha dato vita, nelle antiche casette campidanesi di fronte alla Basilica del Rimedio, a un centro di accoglienza per i famigliari dei pazienti ospitati dalla vicina clinica Santa Maria Bambina. «Cumbessias e muristenes – spiega il rettore della Basilica don Tonino Zedda – così si chiamano in Sardegna quegli alloggi che sorgono accanto ai santuari. Parole che richiamano alla mente la vita fraterna del convento e dei monasteri ed è proprio la fraternità il concetto attorno a cui ruota questo progetto».

Ieri si è svolta l'inaugurazione delle due nuove casette, che si aggiungono a quella già aperta nel 2018. Un progetto al femminile, dato che tutto nasce all'interno del club oristanese di Soroptimist, associazione diffusa in tutto il mondo, a cui prendono parte donne con elevata professionalità che portano avanti programmi di avanzamento della condizione femminile e dei diritti umani. «Bisogna rendere merito a chi ebbe per la prima volta l'idea, la nostra socia Anna Maria Manni» spiega la presidente del club oristanese, l'avvocata Gabriella Greco. Ma la lista dei ringraziamenti è lunga: «La Pro loco di Arborea, che ha organizzato varie iniziative di finanziamento, gli altri club Soroptimist dell'isola, e in particolare quello di Sassari che ha fornito un contributo diretto, tutti coloro che hanno lavorato per rendere possibile questo progetto e soprattutto la Fondazione Sardegna». Decisivi, infatti, per l'esecuzione dei lavori – sia quelli della prima casa conclusi nel 2018 che quelli delle altre due – i contributi arrivati dalla Fondazione. «Quando ci venne proposta l'idea – afferma il presidente della Fondazione Antonello Cabras – accettammo subito con interesse. Era una cosa nuova, per noi. Quando ci venne proposto di finanziare anche il completamento, dissi subito di sì e ora penso che questa idea troverà applicazione anche in altre parti dell'isola. Mentre, mi auguro, usciamo da due anni difficilissimi, mi sembra che questo progetto assuma ancora più valore». I ringraziamenti alla Fondazione arrivano anche dal sindaco di Oristano, Andrea Lutzu: «Ogni volta che le è stato chiesto un contributo, la Fondazione ha sempre risposto “presente”. E Antonello Cabras è una di quelle persone che rispetta la parola data, cosa rara di questi tempi, tanto che per un'amministrazione comunale è sempre un piacere collaborare con la Fondazione». Lutzu ringrazia tutti i protagonisti per il regalo alla città, e poi aggiunge: «Anche il Comune, se necessario, farà la sua parte per migliorare questo progetto». Il progetto è stato donato al club dall'architetta Rossella Sanna, che ha anche assunto la direzione dei lavori: «Una duplice finalità – spiega – recuperare un bene storico e fornire un servizio alle persone che ne hanno bisogno. I lavori sono stati difficili, le strutture erano in condizioni precarie e ci sono stati numerosi crolli, ma ce l'abbiamo fatta. Abbiamo realizzato tutti gli esterni in mattoni crudi e i solai in canne, con travi di abete e tegole, rispettando le tecniche costruttive tradizionali».

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