La Nuova Sardegna

Oristano

Terre contese e veleni, il Comune vince al Tar

di Piero Marongiu
Terre contese e veleni, il Comune vince al Tar

Zerfaliu. La società Terra Arubia contestava l’assegnazione di una serie di terreni La disputa giudiziaria era nata in seguito a una delibera dell’amministrazione

03 ottobre 2021
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ZERFALIU. L’amministrazione vince il braccio di ferro giudiziario per l’assegnazione di una serie di terre comunali. Il Tar ha respinto, per infondatezza, il ricorso presentato dalla Società Agricola Terra Arubia contro il Comune e ha condannato la stessa a pagare le spese processuali di 2.500 euro. La vicenda che ha visto la battaglia legale tra Comune, allora amministrato dal sindaco Pinuccio Chelo, e la società Terra Arubia risale al 2020. Il casus belli è da ricercarsi nell’ordinanza che assegnava le terre comunali destinate a uso civico che la società considerò ingiusta perché le assegnava 10 ettari su 70 richiesti e per una sola annata agraria anziché per cinque, come aveva indicato nella richiesta.

Da qui prende le mosse il ricorso contro quella delibera, ritenuta in contrasto con i principi di trasparenza, pubblicità, imparzialità e discriminazione. Sono però motivazioni infondate i giudici del Tar che si sono pronunciati in favore del Comune e ha fugato i dubbi e i sospetti di abusi e irregolarità denunciati da Arubia. Il tribunale amministrativo infatti non ha rilevato irregolarità né discriminazione nei confronti della società ricorrente, anzi ha sottolineato che la stessa ha potuto partecipare al bando nonostante avesse presentato la domanda con due mesi di ritardo rispetto alla data di scadenza, fissata per il 30 settembre 2020, grazie alla riapertura dei termini da parte del Comune.

Inoltre, la Arubia, pur contestando il numero di ettari avuti in concessione per un solo anno agrario, ha accettato la concessione e firmato il contratto, dichiarando, in sede di istruttoria del procedimento, di non avere più interesse all’istanza cautelare e che la sottoscrizione del contratto non avrebbe comportato alcuna accettazione dello stesso. Il Tar, relativamente all’individuazione dei terreni da assegnare, ha riconosciuto una certa discrezionalità all’amministrazione e pertanto, proprio nell’ambito di tale discrezionalità, il Comune poteva concedere ai soggetti morosi, già concessionari, un differimento del termine entro cui regolarizzare la posizione debitoria.

Nessun eccesso di potere da parte dell’amministrazione comunale né disparità di trattamento neppure in merito all’assegnazione di durata annuale dei terreni, visto che ben 24 concessioni su 25 hanno la stessa durata. L’unica di validità quinquennale, secondo il tribunale, trova giustificazione nel fatto che il beneficiario deve «mantenere l’impegno pluriennale per le misure del Piano di Sviluppo Rurale della Regione». Infine, Arubia, scrive il Tar, non ha provato in alcun modo «l’antieconomicità, o l’improduttività» della concessione annuale ottenuta.

Il Comune gestisce circa 530 ettari di terre civiche, di cui circa il 60 per cento seminativo, mentre la parte rimanente è adibita a pascolo. Attualmente risultano concessi 500 ettari, una trentina sono nelle disponibilità dell’amministrazione. «La sentenza ha confermato l’onestà della giunta e del sindaco», si limita a dire Pinuccio Chelo, sindaco uscente.

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