La Nuova Sardegna

Oristano

Parcheggi, l’appalto che arranca

di Enrico Carta
Parcheggi, l’appalto che arranca

L’opposizione segnala una serie di inadempienze, ma dalla giunta non arrivano risposte

01 novembre 2021
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ORISTANO. Chiedere sia lecito, rispondere è cortesia, a meno che la risposta non sia un obbligo, come nel caso dell’interrogazione presentata dai tre consiglieri comunali di centro sinistra sul servizio di parcheggio a pagamento. In questo caso, la richiesta (lecita) era di avere una risposta scritta che, a quasi un mese dalla presentazione dell’interrogazione firmata da Efisio Sanna, Francesco Federico e Maria Obinu, non è arrivata. Di commissione consiliare in vista per discutere il problema, poi neanche l’ombra. Eppure che qualcosa non stia funzionando come il capitolato di appalto impone, appare palese.

Martellante nella scorsa consiliatura sul tema della sosta a pagamento – si ricordino le battaglie all’ultimo sangue e pressoché quotidiane sull’introduzione del tagliando di cortesia –, il centro destra è quanto mai silente ora che si trova ad amministrare. Eppure l’elenco delle cose che non vanno è nutrito. Il nuovo servizio è stato affidato con ben altre premesse rispetto a quelle che, da agosto, le ditte Stop e Easy Help avrebbero poi messo in pratica. Il sindaco Andrea Lutzu, all’indomani di un esposto in cui si denunciavano le inadempienze, aveva annunciato una conferenza stampa immediata per annunciare le novità. La conferenza stampa non c’è stata, le novità neppure se si eccettua la tinteggiatura di qualche striscia blu nelle strade.

«A tre mesi dall’avvio del nuovo servizio, i problemi sono ancora tutti lì e l’interrogazione attende una risposta», incalza il capogruppo del Pd, Efisio Sanna. A fronte di oltre un milione di introiti all’anno, il servizio presenta una serie di carenze che il documento del centro sinistra evidenzia, partendo dalla carta della qualità dei servizi che dovrebbe garantire il livello ottimale nella gestione dell’appalto. C’è, non c’è? Mistero. E se non c’è, qualcuno sa il perché? «Serve la risposta, ma vedo più impegno a dare il buongiorno e la buonanotte che risposte su temi importanti», prosegue Efisio Sanna che poi va elencando gli altri punti oscuri dell’appalto.

Ad esempio, a meno che non siano invisibili ai più, non c’è traccia dei pannelli fotovoltaici la cui installazione era prevista nei parcheggi in struttura, così come mancano i sensori ottici che devono indicare in tempo reale la disponibilità di piazzole di sosta e gli orari di scadenza sulla sosta a pagamento. Andando avanti si incontra il problema della segnaletica bianca non tracciata a dovere in zone limitrofe a quelle in cui sono presenti la strisce blu e poi c’è una serie di problemi legati all’operatività del personale e degli uffici.

Si era detto che i dipendenti sarebbero dovuti essere diciotto, ma qualche dubbio c’è. La risposta all’interrogazione lo dissiperebbe, ma la risposta non arriva e così restano in sospeso anche i chiarimenti sul fatto che alcuni dipendenti, che sarebbero dovuti rimanere in organico anche col cambio di gestore, non siano stati riassunti. Eppure il bando di gara e il capitolato erano chiari, così come lo erano quando indicavano in undici le ore di apertura degli uffici, con orario continuato. Le lamentele non mancano e risulta che l’ufficio sia aperto per sole otto ore.

C’è poi l’ultimo aspetto, quello del raddoppio del pagamento allo scoccar della seconda ora nei parcheggi in struttura. Con il vecchio appalto esisteva il frazionamento di dodici minuti, così la tariffa passava da un euro a 1,20. Ora si sale direttamente ai 2. L’opposizione incalza ancora con Efisio Sanna: «Sui parcheggi a pagamento, in passato, si è sempre sviluppato un dibattito molto acceso, oggi la maggioranza ha fatto calare un incomprensibile silenzio. Chi l’ha posto in passato come tema prioritario, ora tace, eppure le cose non vanno bene. È un po’ come il discutibile e ambiguo referendum contro Abbanoa: tanto chiasso e poi il silenzio assoluto. È sotto gli occhi di tutti che il servizio non sta funzionando al meglio e che alcuni obblighi contrattuali sono disattesi. Le commissioni non affrontano il tema e nessuno osa parlarne. Probabilmente occorre apparire meno e lavorare di più nell’interesse di tutti».

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