La Nuova Sardegna

Oristano

Un turista danese restituisce la sabbia presa a Mari Ermi

di Enrico Carta
Un turista danese restituisce la sabbia presa a Mari Ermi

A 14 anni dal prelievo contatta la redazione della Nuova poi spedisce una lettera con i chicchi di quarzo del Sinis

28 novembre 2021
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CABRAS. Ha fatto un viaggio di migliaia di chilometri sino alla Danimarca, verso una casa che non era la loro. Il nuovo “proprietario” però si è pentito, folgorato non sulla via di Damasco come il santo, ma convinto dagli articoli di stampa e dalla continua campagna di sensibilizzazione dell’Area Marina Protetta e del Comune. Ha così deciso che fosse arrivato il momento giusto per restituire alla costa del Sinis la sua sabbia. Non tanta, verrebbe da dire visto che sono appena 19 grammi di granelli di quarzo, ma come al solito è una goccia dopo l’altra che fa grande il mare. In questo caso è un chicco dopo l’altro che, ritornando a Mari Ermi, aiuta una delle perle della costa oristanese a mantenersi in tutto il suo splendore.

È la spiaggia gemella di Is Aruttas, a sua volta caratterizzata dai minuscoli sassolini bianchi. Ed è lì che nel 2007 si trova a trascorrere qualche ora di sole e mare il professor Erik Degn che, prima di andare via per tornare in Danimarca, aveva preso con sé un piccolo ricordo. Passano gli anni e la sabbia viene da lui custodita, persino usata per fare qualche lezione di geologia. Viene comunque conservata come merita un bene prezioso. Nel frattempo, in questi quattordici anni, attorno alla sabbia che rende uniche alcune delle spiagge del Sinis inizia una campagna di sensibilizzazione, di vigilanza, di recupero che va ben oltre i soli confini del Comune di Cabras. Quel quarzo diventa patrimonio della Sardegna e, pian piano, accanto ai sequestri effettuati dalle forze di polizia, iniziano anche le restituzioni volontarie da parte dei turisti pentiti della loro opera di raccolta e asporto, che non fa che impoverire quelle spiagge.

Tra questi vacanzieri che ci ripensano c’è anche Erik Degn che, qualche mese fa, legge sull’edizione on line della Nuova Sardegna la storia di una turista romana che aveva deciso di riportare a Is Aruttas la sabbia presa quarant’anni prima quando, bambina, era stata in vacanza nel Sinis coi genitori. Il signore danese ricorda benissimo dov’era stato duranteil suo viaggio nell’isola di quattordici anni prima e così decide di scrivere alla nostra redazione per spiegare di «avere un problema uguale» a quello della signora romana «ma meno grande: nell’anno 2007 ho “preso in prestito” 19 grammi dalla spiaggia di Mari Ermi. Li ho usati quando ho dato delle lezioni della bella Sardegna e della sua geologia qui in Danimarca. Ora ho compiuto 75 anni e non ho più bisogno delle vostre sassoline». Sceglie allora proprio la redazione di Oristano della Nuova Sardegna come luogo in cui recapitare una lettera con una piccola bustina al suo interno e persino con i fogli che contengono le indicazioni e una foto del punto esatto da cui aveva prelevato la sabbia. «Ho 75 anni e purtroppo non posso fare ancora un viaggio in Sardegna come la donna romana. Mi piacerà – scrive in un italiano non perfetto, ma più che comprensibile – se potete garantirmi che la sabbia sarà depositata dov’è “nata” milioni di anni fa».

La lettera arriva puntuale, la redazione informa il sindaco di Cabras, Andrea Abis, del piccolo recupero di sabbia che appena sarà possibile tornerà nella sua splendida casa. Questa volta il viaggio è stato di andata e ritorno ed è stata un’avventura con il lieto fine.

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