La Nuova Sardegna

Oristano

Pontile di Torregrande, grana per il Comune

Pontile di Torregrande, grana per il Comune

La società francese che lo gestisce deve 747mila euro al Demanio, ma li vuole dall’ente locale

14 gennaio 2022
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Le origini della causa risalgono a quasi sessant'anni fa, ma questo non basta a escludere conseguenze finanziarie che potrebbero rivelarsi parecchio pesanti per il Comune di Oristano. La posta in gioco, per il bilancio di un ente locale, infatti è considerevole: 747 mila euro. Li ha chiesti l'Agenzia del Demanio a Saint-Gobain Italia, filiale dell'omonimo gruppo francese, colosso dell'edilizia riconosciuto come uno dei più importanti gruppi industriali del mondo, con 38 miliardi di fatturato e poco meno di 170 mila dipendenti sparsi per tutto il globo. Ma che c'entra il Comune di Oristano, in questo scontro fra titani? C'è un primo elemento necessario per comprenderlo: la richiesta formulata dall'Agenzia del Demanio è relativa ai canoni per l'occupazione, a partire dal 2013, delle aree demaniali su cui è installato il secondo pontile di Torregrande, l'unico dei tre ancora in attività, dove viene caricata sulle navi la perlite estratta nella cava di Morgongiori, sulle falde del Monte Arci. L'area, circa 25 mila metri quadri, fu alienata dal Comune il 18 novembre del 1964: l'acquirente era la Perlite s.p.a., poi confluita – attraverso una complessa serie di passaggi societari – nel gruppo che fa capo al colosso francese dell'edilizia. Attualmente, il pontile è gestito dalla Imerys Perlite Sardinia, del gruppo Imerys, anch'esso francese, che è indipendente da Saint-Gobain. Tuttavia, la parte in causa è proprio Saint-Gobain. Il problema è che nel 2008 l'Agenzia del Demanio stabilì che i terreni erano di natura demaniale e dunque non potevano essere ceduti. Cominciava così un lungo processo civile, in cui il Comune non si è costituito, conclusosi nel 2015 con il riconoscimento delle ragioni dell'Agenzia e la condanna per l'ente locale a risarcire la multinazionale francese, per una somma da stabilire in un secondo procedimento. L'Agenzia del Demanio, nel frattempo, ha inviato al colosso francese la richiesta di pagare 747 mila euro per i canoni arretrati e l'azienda francese, rappresentata dall'avvocato milanese Domenico Morano, ha citato il Comune in tribunale a Cagliari. Lo scopo di Saint-Gobain è quello di ottenere una condanna nei confronti dell'ente locale per il pagamento di quanto dovuto all'Agenzia del Demanio. Il Comune, stavolta, ha deciso di costituirsi in giudizio, ma non sarà facile far valere le proprie ragioni, vista la sentenza del 2015 che ha già ritenuto responsabile l'ente locale. Sul secondo pontile, peraltro, le complicazioni non sono finite: il Comune dal 2014 chiede alla Imerys di trasferire le attività al porto industriale, visto che l'area ha, per il Puc, una destinazione turistica. Le richieste finora sono cadute nel vuoto, ma il recente via libera regionale al progetto turistico dell'Ivi petrolifera rende il problema sempre più pressante.(dav.pi.)

In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative