«Non vogliamo più pazienti Covid»
di Giuseppe Centore
La direzione scrive all’Areus «se li inviate qui va in tilt il Pronto Soccorso». Ma contagiati e casi gravi continuano ad arrivare
18 gennaio 2022
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ORISTANO. Si complica col passare delle ore la situazione al Pronto Soccorso dell’ospedale San Martito. La struttura, che continua a ricevere anche pazienti con il Covid, è in forte sofferenza, per i pochi spazi a disposizione (una sola stanza per le visite), per la carenza di personale (un solo medico ancora di turno la notte), e per un sistema di filtro forse non all’altezza tra i pazienti positivi e non. Neppure l’apertura anticipata del reparto covid del Delogu a Ghilarza, ma per pazienti non gravi che non hanno bisogno di essere intubati, ha liberato sazio al San Martino, dove ieri sera insistevano ancora 8 pazienti covid.
Fonti Asl confermano alla Nuova che sempre nella giornata di ieri è stata inviata una nota alla direzione dell’Areus, l’azienda che segue l’emergenza-urgenza per tutta la Sardegna, nella quale si invitava la stessa Areus a non inviare per alcun motivo pazienti positivi o sospetti positivi al Covid al San Martino, ma solo nella Asl dove insistono reparti o ospedali Covid. La Asl avrebbe motivato questa pressante richiesta con la necessità di garantire il normale e istituzionale svolgimento delle attività del Pronto Soccorso. «Se non si interrompe immediatamente l’invio di pazienti Covid non saremo più in grado – è il senso della nota – di ospitare eventuali pazienti che arrivano dalla Provincia in codice rosso, mettendo fortemente a rischio lo svolgimento del servizio». Invito che pare non essere stato accolto visto che anche ieri sono arrivati al Pronto Soccorso pazienti Covid.
Purtroppo i tempi di attesa di pazienti positivi nell’ala di osservazione breve intensiva del Pronto Soccorso possono prolungarsi, in attesa di posti liberi altrove, oltre il limite. Risulta alla Nuova che nei giorni scorsi tre pazienti in attesa di essere trasferiti per essere poi intubati in altri reparti non siano riusciti a farcela, mentre una donna, positiva, ma con altra patologia, per i tempi eccessivi di attesa è deceduta proprio al San Martino.
La direzione sanitaria del San Martino ha cercato in questi ultimi giorni di trasferire i pazienti altrove, ma i tempi di attesa non sono risultati compatibili con le condizioni dei pazienti. La fortissima carenza, e in molti giorni la assenza di anestesisti, impedisce anche il sostegno provvisorio a pazienti Covid che rischiano in poche ore di passare da situazioni critiche a gravi.
Alle difficoltà del Pronto Soccorso, legate o meno al Covid, ma che la pandemia ha solo accresciuto, si sommano anche quelle, solo in apparenza ordinarie, di altri reparti come Medicina che anche ieri ospitava un numero di pazienti superiore a quanto previsto, arrivando a 60 posti letto occupati.
Fonti Asl confermano alla Nuova che sempre nella giornata di ieri è stata inviata una nota alla direzione dell’Areus, l’azienda che segue l’emergenza-urgenza per tutta la Sardegna, nella quale si invitava la stessa Areus a non inviare per alcun motivo pazienti positivi o sospetti positivi al Covid al San Martino, ma solo nella Asl dove insistono reparti o ospedali Covid. La Asl avrebbe motivato questa pressante richiesta con la necessità di garantire il normale e istituzionale svolgimento delle attività del Pronto Soccorso. «Se non si interrompe immediatamente l’invio di pazienti Covid non saremo più in grado – è il senso della nota – di ospitare eventuali pazienti che arrivano dalla Provincia in codice rosso, mettendo fortemente a rischio lo svolgimento del servizio». Invito che pare non essere stato accolto visto che anche ieri sono arrivati al Pronto Soccorso pazienti Covid.
Purtroppo i tempi di attesa di pazienti positivi nell’ala di osservazione breve intensiva del Pronto Soccorso possono prolungarsi, in attesa di posti liberi altrove, oltre il limite. Risulta alla Nuova che nei giorni scorsi tre pazienti in attesa di essere trasferiti per essere poi intubati in altri reparti non siano riusciti a farcela, mentre una donna, positiva, ma con altra patologia, per i tempi eccessivi di attesa è deceduta proprio al San Martino.
La direzione sanitaria del San Martino ha cercato in questi ultimi giorni di trasferire i pazienti altrove, ma i tempi di attesa non sono risultati compatibili con le condizioni dei pazienti. La fortissima carenza, e in molti giorni la assenza di anestesisti, impedisce anche il sostegno provvisorio a pazienti Covid che rischiano in poche ore di passare da situazioni critiche a gravi.
Alle difficoltà del Pronto Soccorso, legate o meno al Covid, ma che la pandemia ha solo accresciuto, si sommano anche quelle, solo in apparenza ordinarie, di altri reparti come Medicina che anche ieri ospitava un numero di pazienti superiore a quanto previsto, arrivando a 60 posti letto occupati.