La Nuova Sardegna

Oristano

Necrologio per il partigiano fucilato

Necrologio per il partigiano fucilato

Terralba, l’associazione Madiba ha voluto ricordare il sacrificio di Gesuino Manca

10 febbraio 2022
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TERRALBA. «Mia carissima moglie, oggi sono stato condannato a morte. Io del male non ne ho fatto a nessuno». Era il 10 febbraio del 1945 quando Gesuino Manca, originario di Terralba partigiano della IV brigata Osoppo, Battaglione Val Meduna, comunicava alla moglie il verdetto del Tribunale speciale per la sicurezza pubblica degli occupanti nazisti. Il giorno dopo, veniva fucilato assieme ad altri ventidue partigiani. A 77 anni dall’eccidio, l’associazione Madiba coscienza civile, ha affisso sui muri destinati ai necrologi, il manifesto per ricordare l’eroico compaesano.

«Fucilato a 27 anni per rappresaglia per i suoi ideali di libertà e uguaglianza dai barbari nazifascisti, nemici della Democrazia, della Libertà e della Dignità Umana», è l’epitaffio di Madiba. L’ associazione che si è distinta anche per l’impegno nel combattere rigurgiti e nostalgie del fascismo, ad esempio con la petizione che chiedeva la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, ha voluto ricordare la tragedia che l’11 febbraio di 77 anni fa, pur avvenuta a mille chilometri di distanza e con in mezzo due tratti di mare, coinvolse direttamente Terralba.

Gesuino Manca, fino all’8 settembre del 1943 aveva indossato la divisa di bersagliere dell’esercito. Come tanti altri militari italiani, dopo l’armistizio rifiutò di passare al fianco delle truppe tedesco-repubblichine fesciste e si aggregò ai partigiani della Osoppo, la brigata di matrice cattolico-azionista, assumendo il nome di battaglia di Figaro. Dopo l’assalto del 7 febbraio 1945 da parte dei Gap al carcere di Udine, che aveva portato alla liberazione di trentatré detenuti, la rappresaglia nazifascista fu durissima. Il 10 febbraio, appena tre giorni dopo, assieme ad altri partigiani che nel frattempo erano stati catturati, viene condannato a morte. Il giorno successivo, Manca, che nella Osoppo aveva il ruolo di commissario di brigata, viene fucilato da un plotone di esecuzione comandato da un sottufficiale della Milizia di difesa territoriale, denominazione assunta dalla Guardia nazionale repubblicana nell’area che gli occupanti tedeschi battezzarono “Zona di operazione del litorale adriatico”. (m.c.)

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