La Nuova Sardegna

Oristano

Manifestazione per la Sanità: tutto giusto, ma dov'erano gli oristanesi?

di ENRICO CARTA
Manifestazione per la Sanità: tutto giusto, ma dov'erano gli oristanesi?

La piazza è stata riempita più dai “forestieri” che dai residenti che hanno trascurato la manifestazione - IL COMMENTO

13 marzo 2022
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Lamentosi e scontenti, come il famoso Jacob Elinsky (Philip Seymour Hoffman) del film “La 25ª ora”. Lamentosi e scontenti e pure assenti. Forse gli oristanesi si meriterebbero di fare la stessa fine di Jacob Elinsky, che, nel monologo allo specchio del suo amico Montgomery Brogan (Edward Norton), viene spedito dove non si può dire. Da due anni la sanità va palesemente a rotoli. C’è chi dice che la discesa agli inferi era iniziata precedentemente, ma ora non ci sono più scusanti. Il volo senza paracadute è collettivo e chiaro a tutti. Solo una rete, che per ora non c’è, può salvare ospedali, medicina territoriale, cure specialistiche e persino la medicina di base e pediatrica.

Ebbene, gli oristanesi lamentosi e scontenti, ieri in piazza non c’erano. Passivi, come solo loro sanno essere – non a caso si portano appresso l’appellativo di messicani per via della siesta perenne che accompagna i loro giorni – hanno lasciato che altri manifestassero per conto loro. Trincerati dietro il «Tanto ci pensano i comitati e le associazioni», sono stati pure capaci di criticare comitati e associazioni, attribuendo una scarsa condivisione delle azioni di protesta. La verità è un’altra: si è smesso di informarsi, si prendono brandelli di informazione senza avere una visione globale di quel che sta accadendo e, alla fine, anche proteste sacrosante diventano momenti secondari. E non si può certo accusare la stampa di aver taciuto la situazione della sanità oristanese.

Allora non ci sono attenuanti per quei tanti che, ieri mattina, nemmeno hanno voluto fare un salto di cinque minuti in piazza Roma per avere la presenza sul registro. L’elenco degli assenti è lunghissimo e ha varie e per niente condivisibili motivazioni. Se comunque l’apatia dei cittadini, magari impegnati nella colazione al bar o in una partitella di padel, ha poche giustificazioni, l’assenza di chi ricopre un ruolo istituzionale non è in alcuna modo scusabile. Dov’erano i consiglieri regionali eletti dal territorio perché quel territorio sia rappresentato? Eccezion fatta per il 5 Stelle Alessandro Solinas, erano assenti. Forse tenuti lontano da piazza Roma per motivi strategici e per non creare problemi alla maggioranza di centro destra in Regione di cui sono, pressoché tutti, esponenti.

Ma non si dovrebbe manifestare il proprio dissenso, qualora la causa sia giusta, prescindendo da odiose questioni di fazione? Ha forse un colore la sanità pubblica, ammettendo anche che i comitati possano avere una radice politica differente da quella per cui le signore e i signori consiglieri sono schierati? Si ricordino questi stessi che, prima ancora che alle logiche di partito, devono rispondere al bisogno del territorio ed è stata davvero magra la figura fatta ieri, momento più alto di un silenzio imbarazzante che dura da mesi o che viene rotto solamente quando c’è da difendere l’amor di partito anche su questioni di sanità. La cosa che però fa più male è che proprio gli oristanesi abbiano dimostrato di meritare tutto il disinteresse dei loro rappresentanti. Le cinquecento persone della piazza non possono bastare. Sia pure dato atto al nuovo direttore generale Serusi di aver mostrato un’attenzione all’ascolto diversa dai suoi ultimi predecessori e anche una capacità di farsi carico dei problemi che avevamo quasi scordato – qualche piccola toppa l’ha cucita –, ma certo non era lui il bersaglio della protesta che guardava alle alte sfere della politica regionale e a chi, per davvero, gestisce la sanità sarda. La loro mancanza di intraprendenza doveva essere scossa dal tuono della manifestazione, forse si è sentito lo scoppio di un petardo. Del resto, la sanità non è mica la Sartiglia, per la quale invece vale sempre la pena alzare la voce.

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