La Nuova Sardegna

Oristano

Oleifici in crisi dopo il grande incendio

di Piero Marongiu
Oleifici in crisi dopo il grande incendio

Nel Montiferru la produzione ha subìto un crollo del 90 per cento. E per le aziende non sono arrivati i ristori annunciati

17 marzo 2022
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CUGLIERI. «L’entità dei danni provocati al nostro territorio dall’incendio dello scorso mese di luglio, si vede adesso in tutta la sua drammatica realtà. E sono danni gravissimi, che si estendono per oltre 600 ettari di terreno coltivati a olivo. Decine di migliaia di piante bruciate e un’economia, quella della produzione olearia, ridimensionata almeno per i prossimi dieci anni«. A parlare sono i titolari delle due aziende produttrici di olio extravergine di oliva del paese, Vanni Cocco e Bastiano Idda, proprietari di alcune decine di migliaia di piante.

Per loro il danno economico è quantificabile in diverse centinaia di migliaia di euro, la cui fetta più consistente riguarda il mancato guadagno proveniente dalla lavorazione del prodotto. «Senza il prodotto da lavorare, l’azienda rischia di fermarsi», dicono Idda e Cocco. Vanni Cocco, Oleificio Peddio, lavorava mediamente oltre 10 mila quintali di olive all’anno, divenuti meno di 1500 nell’ultima campagna olearia. «E gran parte del prodotto lavorato – precisa Cocco – proveniva da paesi del circondario». L’oleificio Peddio, struttura nuova con attrezzature tecnologicamente avanzate, oltre alla produzione dell’olio extravergine di oliva, recupera i prodotti definiti di scarto, come la sansa, da cui viene estratto il nocciolino utilizzato negli impianti di riscaldamento, e la polpa da cui viene prodotto biogas. Prodotti che contribuivano a formare economia per l’azienda che però, nell’annata appena conclusa, non c’è stato. Cocco e Idda chiedono che le istituzioni, nella formazione di prossimi bandi, tengano conto anche delle loro perdite. Il frantoio di Bastiano Idda ha lavorato circa 1500 di quintali di olive a fronte degli oltre 10 mila, in media, degli anni precedenti. Aziende che occupavano stagionalmente oltre 30 operai, più quelli fissi. Personale rimasto a casa, peraltro senza alcun sostegno delle istituzioni. «Il discorso dei ristori è complesso, e i tempi, per gli aventi diritto, si allungano a causa della burocrazia – spiega il sindaco Andrea Loche – l’unico bando pubblicato finora riguarda i danni subiti dalle abitazioni principali e dalle infrastrutture delle attività produttive, i cui termini per la presentazione delle domande sono scaduti qualche giorno fa. Il Comune ha raccolto le domande e ne ha curato l’istruttoria, il resto è compito della Regione. Negli incontri avuti in questi mesi con i funzionari regionali, abbiamo evidenziato le difficoltà in cui si trova il comparto olivicolo e quali sono le emergenze più immediate, e l’interlocuzione è continua». Fino ad ora però gli unici aiuti arrivati a Cuglieri, come agli altri paesi del Montiferru devastati dal fuoco, sono stati quelli provenienti dalle donazioni dei privati. Per i proprietari degli oliveti andati in cenere, definiti hobbisti, per il momento non c’è nulla. E se qualcosa gli arriverà, sarà solo dopo la pubblicazione dei bandi a loro destinati.

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