La Nuova Sardegna

Oristano

Efisio Sanna: «Daremo voce a tutti»

di Davide Pinna
Efisio Sanna: «Daremo voce a tutti»

Dopo l’investitura del centro sinistra, prima giornata da aspirante sindaco per il consigliere del Partito Democratico

20 marzo 2022
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ORISTANO. Non nasconde l’emozione, Efisio Sanna, all’indomani dell’investitura ufficiale ricevuta dalle forze del centro sinistra.

Qualche settimana fa, quando condivise sul proprio profilo Facebook la canzone “Una vita da mediano” di Luciano Ligabue, furono in tanti a capire che la svolta era arrivata: ormai sicuro del sostegno da parte del suo Partito Democratico, aveva deciso di mettersi a disposizione.

Ieri ha raccontato che dal primo pomeriggio, il telefono non ha mai smesso di squillare. Di prima mattina una visita in cimitero alla tomba del padre, poi in giro per la città, infine a casa per raccogliere le idee e prepararsi a una campagna che lo terrà impegnato per i prossimi due mesi e mezzo: sul piano politico, che significa anche costruire la lista civica a sostegno della sua candidatura, e su quello dei programmi.

Lei è il primo candidato in campo: lo considera un vantaggio rispetto agli avversari?

«Sicuramente è un onore. Ma è anche un buon auspicio. La coalizione è riuscita a trovare una sintesi in tempi rapidi e questo è un buon segno per il futuro, perché significa che, quando le cose vengono messe sul tavolo con chiarezza e lealtà, i buoni risultati arrivano. Ora possiamo metterci subito al lavoro sul programma e sul piano tecnico-organizzativo».

Il tema della coalizione e dei suoi confini politici è stato quello più ostico, nelle settimane scorse, nel dibattito interno al centro sinistra. Qual è la prospettiva politica da qui a giugno?

«Non bisogna parlare semplicemente di centro sinistra, vogliamo trovare un nome che sia in grado di rappresentare quello che vogliamo essere. Ossia uno spazio aperto al mondo delle associazioni, del volontariato, del lavoro, delle imprese, delle professioni».

Più volte, da consigliere di opposizione, ha parlato di una città anestetizzata, ben diversa da quella con cui si era confrontata l'amministrazione Tendas.

«Il punto è che la città ha grandi risorse, ma queste risorse vanno coinvolte e messe in condizione di esprimersi. Questo compito spetta a noi e bisogna cominciare da ora. Uno dei primi passaggi che faremo sarà quello di costituire un tavolo di confronto con i portatori di interesse, per scrivere i programmi. Noi ci occuperemo dei titoli, ma dev’essere la città a riempire le pagine».

Programma. Quali saranno i punti principali?

«Dobbiamo dare nuovamente centralità al lavoro: un Comune non è un'azienda, ma dev'essere in grado di promuovere e condividere. Faccio l'esempio delle comunità energetiche: sono progetti che devono nascere dal basso e quindi il Comune deve partire dalle persone e dalla stima dei loro bisogni. È inutile calare progetti dall'alto coi fondi del Pnrr, dev’essere la comunità a mettersi in moto. Poi c'è un piano più ampio: ridare a Oristano la centralità che le spetta e stringere un accordo forte e leale con la Sardegna centrale, soprattutto il Nuorese, per resistere alla stretta delle due città metropolitane che altrimenti ci schiacceranno. Un accordo che parta dalla sanità, ma non dimentichi le infrastrutture, il turismo e la cultura».

Qual è il giudizio sui cinque anni di governo del centro destra?

«Mettiamo subito una cosa in chiaro: parleremo poco degli altri in questa campagna elettorale. È chiaro che il nostro giudizio non è positivo, ma abbiamo rispetto per tutti. Quello che conta per noi è mettere in campo le nostre proposte: non pensiamo di essere migliori degli altri. Pensiamo di poter fare più cose e farle meglio, questo sì».

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