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Oristano, ragazzina violentata dall'amico di famiglia: c’è un altro indagato

di Enrico Carta
Oristano, ragazzina violentata dall'amico di famiglia: c’è un altro indagato

Una seconda persona avrebbe abusato della giovane che si salvò chiedendo in farmacia una “mascherina 1522”

28 marzo 2022
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ORISTANO. C’è un nuovo indagato. C’è un’altra persona che avrebbe abusato della ragazzina che si salvò dalle violenze sessuali di un amico di famiglia raccontando tutto a un’amica e poi chiedendo soccorso in farmacia. Il reato è sempre lo stesso e getta una luce ancora più oscura su tutta la vicenda, di cui la giovanissima sarebbe stata vittima dal 2016 al 2020. Che la procura e la squadra mobile della polizia stessero ancora indagando era apparso chiaro anche dopo l’arresto del primo indagato. Proprio nell’ordinanza di custodia cautelare, che aveva portato in carcere il presunto violentatore, si faceva riferimento al ruolo di una seconda persona in un momento distinto da quello in cui sarebbe avvenuta la serie continua di abusi che era venuta alla luce.

Ora quel sospetto è per la procura una certezza, così come è una certezza che i reati sono avvenuti in momenti distinti e che, forse, nemmeno c’era un contatto troppo stretto tra il primo e il secondo indagato che, al momento, non dovrebbe essere stato raggiunto da misure cautelari. Diversi sarebbero dunque i ruoli in questa vicenda di abusi a cui l’adolescente è scampata solo nel novembre del 2020. Fu allora, dopo aver rivelato quella sua parte di vita a una compagna di scuola, che si convinse a recarsi in farmacia. A raccogliere la richiesta di aiuto, fu la dottoressa Alessandra Porcu che colse al volo le intenzioni di chi aveva davanti, quando la ragazzina le chiese «una mascherina 1522». È un messaggio usato per segnalare che si è vittime di abusi sessuali e furono proprio quelle parole a squarciare il velo di violenze e dolore che stava accompagnando una vita.

Subito dopo ci fu l’intervento della polizia e si scoprì che il presunto violentatore era un amico di famiglia, a cui la madre della ragazzina aveva affidato la figlia appena dodicenne nel 2016. Non poteva mantenerla, non poteva garantirle un’esistenza dignitosa e così aveva pensato di accettare l’offerta del sessantenne che si era dimostrato disponibile a ospitarla e credeva potesse essere una persona fidata. L’amico però non si dimostrò tale e la ricostruzione fatta l’ha portato in carcere qualche mese fa, dopo una serie di indagini.

Ora il pubblico ministero Silvia Mascia ha richiesto anche un incidente probatorio, accordato dal giudice per le indagini preliminari, durante il quale la ragazzina che oggi ha 17 anni sarà interrogata e le sue dichiarazioni saranno valutate dai consulenti, dall’avvocato Gianfranco Siuni che assiste l’indagato, dagli avvocati Ezio Ullasci e Valerio Martis che stanno assistendo la giovane. Il passaggio in aula servirà per cristallizzare la ricostruzione e verificarne in maniera assoluta la veridicità, nonché per cercare di comprendere quale sia il grado di consapevolezza che la vittima ha sulla vicenda. È spesso un momento chiave in vicende di abusi sessuali e lo sarà anche stavolta. L’incidente probatorio, comunque, non riguarderebbe il secondo indagato, sebbene anche su di lui le accuse siano pesanti. A far da tramite ci sarebbe stato comunque l’indagato principale – i due si conoscevano –, ma la seconda persona sotto accusa avrebbe poi agito da sola, adescando la ragazzina e portandola in una casa che aveva a disposizione lontano da Oristano.

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