La Nuova Sardegna

Oristano

Udienza preliminare

Omicidio Porcu a Ghilarza, chiusa l’indagine


	Brian e Rubens Carta, accusati del delitto, della rapina e anche di una tentata rapina, precedente
Brian e Rubens Carta, accusati del delitto, della rapina e anche di una tentata rapina, precedente

Accusati del delitto i fratelli Rubens e Brian Carta

15 febbraio 2023
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Oristano A un anno dall’omicidio, avvenuto il 21 febbraio del 2022, sono chiuse le indagini a carico di Rubens e Brian Carta, 33 e 28 anni, accusati di aver ucciso Tonino Porcu, il 76enne trovato cadavere nella sua abitazione, a Ghilarza poche ore dopo il delitto.

Il pubblico ministero della procura di Oristano Marco De Crescenzo ha così chiesto il processo a carico dei due e il giudice per le udienze preliminari Marco Mascia ha fissato l’udienza per il 28 febbraio. A carico dei due vi è l’accusa di omicidio volontario, di rapina, sempre ai danni della vittima, e di tentata rapina. Quest’ultima sarebbe stata commessa, secondo la procura, il 6 dicembre 2021 ai danni di un altro anziano del paese, Tonino Oppo. I due sarebbero entrati a casa del pensionato, travisati e armati di una pistola, e avrebbero chiesto soldi, colpendo al volto l’uomo prima di fuggire senza il bottino.

L’omicidio per il quale sono accusati parimenti i due fratelli, avvenne il 21 febbraio, a tarda sera. I fratelli conoscevano bene la via e l’abitazione della loro vittima, perché ogni giorno lavoravano nel bar di famiglia a pochi metri dal luogo del delitto, in via Regina Elena. I fratelli Carta erano convinti di trovare soldi a casa Porcu, ma quello che doveva essere un furto si è trasformato in un omicidio, con la vittima colpita da una selva di calci e pugni fatali. Questo ha certificato la perizia del medico legale Roberto Demontis.

Le indagini dei carabinieri hanno immediatamente circoscritto l’ambito in cui è maturato il delitto. I fratelli Carta erano stati subito sentiti come testimoni una prima volta, per poi cambiare ruolo in quello di indagati e accusati del delitto. Decisive le attività del Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri che hanno rilevato elementi ritenuti preziosi dall’accusa. Nessun dubbio sul movente all’origine dell’omicidio: un furto, secondo la Procura non il primo episodio simile, questa volta finito nel peggiore dei modi. Entrambi sarebbero entrati nella casa dell’anziano, ma da qui le versioni fornite dai due divergono. Rubens Carta, (difeso dall’avvocato Agostinangelo Marras) avrebbe confessato la sua partecipazione diretta all’omicidio e alla rapina, ma con elementi da chiarire per la Procura, soprattutto sul ruolo del fratello Brian (difeso oltre che da Marras anche dall’avvocato Fabio Messina). La preda da ripulire era stata individuata in quel signore già avanti con gli anni, proprietario delle mura del bar della famiglia Carta, dove lo stesso Rubens spesso lavorava. Il più piccolo dei due fratelli, Brian, era invece operatore socio sanitario, ma nel tempo libero un salto al bar lo faceva per aiutare soprattutto il padre che da una vita portava avanti l’attività. Conoscevano perfettamente la vittima e sapevano quindi che Tonino Porcu poteva avere un gruzzolo. Già qualche mese prima, i ladri erano entrati in un’altra casa in cui dimorava l’anziano, sempre in via Regina Elena.

Quel furto si era concluso con l’incendio del tetto dell’abitazione, che da quel momento era inagibile. I carabinieri indagavano ancora su quell’episodio, quando si sono trovati alle prese con l’omicidio. E se, la sera in cui è stato scoperto il delitto, sono andati a suonare a casa dei due fratelli per poi portarli in caserma per un lungo primo interrogatorio è perché probabilmente c’era già più di un’ombra di sospetto su almeno uno di loro.

La ricostruzione di quei momenti per la Procura è nitida. I due fratelli erano entrati in casa dopo aver sfondato una finestra, e dopo aver rovistato nei cassetti avevano trovato duemila euro. Impossessatisi del bottino, si sono trovati davanti il padrone di casa, e a quel punto hanno pensato che la soluzione migliore fosse quella di metterlo a tacere. Sbagliavano perché la casa e le tracce che vi erano dentro hanno parlato anche per conto della vittima. A fine febbraio l’udienza preliminare a cui dovrebbe seguire, a meno di clamorosi sviluppi il rinvio a giudizio. I familiari di Tonino Porcu hanno già annunciato la loro costituzione come parte civile nel processo. Saranno rappresentati dall’avvocato Luciano Rubattu.(g.cen.)

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