Il sindaco di Oristano verso il ritiro delle dimissioni
Al rientro dal viaggio istituzionale in Croazia avvierà nuovi confronti coi partiti di centro destra. Intanto si prepara al passo indietro prima del tempo limite del 16 agosto
Oristano Inizia la settimana della verità che si chiuderà, verosimilmente, con il ritiro delle dimissioni. Il sindaco Massimiliano Sanna rientra dal buen retiro croato, dov’era in viaggio istituzionale per seguire l’Alka di Sinj, tradizionale corsa all’anello gemellata con la Sartiglia, e sposta nuovamente l’obiettivo sulla risoluzione della crisi politica in Comune. Sinora non è riuscito a trovare il pertugio per far passare le proprie proposte per ricucire lo strappo a destra o per provare una nuova via a sinistra, ma magari i giorni di riflessione lontano da casa gli sono serviti per trovare l’idea giusta che convinca qualcuno a seguirlo.
Nel frattempo, con sempre più insistenza, prende corpo l’ipotesi di un ritiro delle dimissioni. Bisogna a questo punto fare i conti con le date e con i regolamenti. Il primo cittadino ha tempo sino al 16 agosto per revocarle, perché per quella data sarà trascorso il periodo limite di venti giorni dal momento in cui le aveva formalmente presentate. La sensazione, confermata a microfoni spenti da più di un esponente del centro destra, è che lo farà in settimana azzerando di fatto il conto alla rovescia che porta all’implosione della consiliatura. Lo stesso sindaco avrebbe già ventilato questa ipotesi a qualche collaboratore o a qualche persona di sua stretta fiducia e questo apre quindi un nuovo scenario nella crisi che, da metà giugno, sta lasciando Oristano senza un governo cittadino.
Il regolamento stabilisce che, se entro i venti giorni dalle dimissioni queste non verranno ritirate, il Comune sarà retto da un amministratore straordinario di nomina regionale. Se invece il sindaco dovesse fare il passo indietro, le possibilità sarebbero due. La prima è un ritiro delle dimissioni senza nominare una giunta: in questo caso però il primo cittadino non potrebbe adottare atti straordinari e fare delibere, ma dedicarsi esclusivamente all’ordinaria amministrazione e agli atti urgenti dettati da situazioni particolari come problemi di ordine pubblico o sanitario. È una mossa che gli farebbe guadagnare ulteriore tempo per provare a ricomporre i cocci.
La seconda è un ritorno in grande stile con i nomi in tasca e la giunta formata grazie all’armonia ritrovata dei partiti di centro destra. In questo caso tutto riprenderebbe a scorrere nei binari della normalità amministrativa.
Altre ipotesi, come quelle di nominare gli assessori senza assegnare le deleghe, gli darebbero la possibilità di adottare provvedimenti che vadano anche oltre l’ordinaria amministrazione, ma non pare abbiano spazio perché renderebbero ancora più difficili i rapporti con i partiti che lo dovrebbero sostenere. Più fattibile è invece una via di mezzo ovvero quella che prevede che il sindaco con una mossa strategica assegni a ciascuno dei cinque partiti un assessorato e poi scelga due assessori di fiducia ed esterni ai partiti per le altre due deleghe che restano. Sarebbe una mossa che si esporrebbe a eventuali mozioni di sfiducia che si possono presentare con un minimo di dieci firme, ma che poi dovrebbero avere i voti della maggioranza assoluta dell’aula per venire accolte. Chi, tra i partiti, vorrebbe correre il rischio di vederla respinta? Nessuno, ma qui siamo sempre sul campo delle ipotesi. Le uniche certezze sono quelle che oggi Massimiliano Sanna farà rientro dalla Croazia e che domani mattina inizierà un nuovo giro di consultazioni. Si capirà da subito se la situazione è ancora di stallo o se invece qualcosa si muove, anche se impercettibilmente.
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