La Nuova Sardegna

Oristano

La crisi climatica

Notte da incubo nel Terralbese, brutto colpo per l’agricoltura

di Michela Cuccu

	La copertura di una serra distrutta dal maltempo
La copertura di una serra distrutta dal maltempo

Distrutte numerose coltivazioni e danneggiate serre e strutture delle aziende tra Uras, Terralba e San Nicolò d’Arcidano

23 settembre 2023
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Oristano Sono ingenti i danni provocati alle colture dalla tromba d’aria che si è abbattuta nella serata di venerdì sul Terralbese. Ancora non ci sono dati precisi ma, secondo quanto sostiene Coldiretti, i danni maggiori hanno riguardato le produzioni orticole e strutture come serre e capannoni. Secondo un primo rilevamento sembra che a subire i maggiori danni siano state le aziende Podda, che ha il suo centro aziendale nel Comune di Uras, e quelle Lotta e Naturalis che hanno invece sede a San Nicolò d’Arcidano.

Anche la pioggia intensa ha compromesso altre coltivazioni del territorio, mettendo a rischio l’economia aziendale di molte realtà agricole. In attesa di una più precisa conta dei danni, alcuni Comuni colpiti, in particolare Terralba, si sono già attivati per deliberare lo stato di calamità naturale per fare in modo che le aziende colpite possano presentare domanda di indennizzo. «Siamo vicini ai nostri agricoltori e, come sempre, daremo loro il massimo supporto per fronteggiare questo ennesimo colpo inferto dal maltempo al territorio – ha detto Paolo Corrias, presidente della Coldiretti di Oristano –. Purtroppo gli eventi atmosferici estremi sono sempre più frequenti in tutta l’isola. Questo deve imporci di affrontare il tema dei cambiamenti climatici con ancora più vigore, attraverso una discussione che parta dai territori e arrivi alle massime istituzioni».

Sulla stessa linea il direttore di Coldiretti Oristano Emanuele Spanò: «Abbiamo raccolto diverse segnalazioni di danni dalle aziende riguardanti danni danni alle strutture, ma anche agli ortaggi a foglia coltivati in pieno campo che, compromessi dalla forte pioggia, non potranno essere più destinati al mercato né del fresco né della quarta gamma, creando ulteriori problemi all’economia delle aziende colpite e del territorio».

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