La Nuova Sardegna

Oristano

Il blitz

Aveva un piccolo arsenale, ai domiciliari un allevatore di Bonarcado

di Enrico Carta

	Il piccolo arsenale sequestrato all'allevatore di Bonarcado
Il piccolo arsenale sequestrato all'allevatore di Bonarcado

Il 35enne Ignazio Pinna indagato per detenzione e porto illegale di armi e munizioni dopo la perquisizione dei carabinieri nel suo ovile.

08 gennaio 2024
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Bonarcado La voglia di fare festa tradisce un allevatore di 35 anni che finisce ai domiciliari. Per Ignazio Pinna l’arresto è scattato qualche giorno fa, al termine di un blitz portato a compimento dai carabinieri della Compagnia di Ghilarza, coadiuvati dallo Squadrone Eliportato dei Cacciatori di Sardegna, che hanno scovato un piccolo arsenale. I militari erano stati messi in allarme da una segnalazione arrivata a Capodanno, quando l’allevatore era stato sorpreso a sparare dei colpi di arma da fuoco per festeggiare l’arrivo del 2024. C’era però un doppio problema: il primo è che non si può sparare impunemente, il secondo è che Ignazio Pinna non poteva avere armi con sé perché qualche tempo fa gli era stato revocato il porto d’arma.

Si era infatti reso protagonista di un litigio all’interno di un bar del paese, dove poi aveva tirato fuori una pistola per minacciare il rivale. Se avesse avuto intenzione di usare o meno l’arma non è dato sapere perché fu poi convinto a tornare a più miti pensieri da altri avventori, fatto sta che quel guaio giudiziario gli costò la revoca del porto d'arma e ora gli costa questo nuovo problema con la giustizia.

Questa mattina, lunedì 8 gennaio, si è infatti svolta l’udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari Salvatore Carboni, durante la quale l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Quindi ha ottenuto una misura cautelare più tenue rispetto alla detenzione in carcere, come richiesto dall’avvocato difensore Gianfranco Siuni. Starà ai domiciliari sino a nuova decisione e, per il momento, ha anche la possibilità di uscire quotidianamente di casa, a determinati orari, per recarsi al podere in cui custodisce e accudisce il gregge.

Per il momento il pubblico ministero Paolo De Falco gli contesta il reato di detenzione illegale e di porto illegale di armi e munizioni. Gliene sono state trovate parecchie e di diverso tipo, tra cui anche un’arma clandestina priva di matricola. Nell’ovile c’erano un fucile a retrocarica, calibro 16, per l’appunto sprovvisto di marca e matricola, e un fucile a retrocarica a canne sovrapposte, calibro 12, senza marca. Alle due armi vanno aggiunte parecchie munizioni, tutto materiale per il quale l’indagato non è stato in grado di fornire spiegazioni sulla provenienza e sul perché si trovassero lì in campagna a Bonarcado. Che fossero armi usate per la caccia di frodo? Oppure che siano state utilizzate per qualche reato più grave? Saranno le indagini a stabilirlo anche con la tecnologia che sarà messa a disposizione dal Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri.

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