La Nuova Sardegna

Oristano

Elezioni regionali 2024
Candidature e bocciature

Oristano, imminente la sostituzione dell’assessore Fozzi

di Giuseppe Centore

	Lo sfortunato manifesto elettorale di Peppi Puddu che dai primi del mese guardava i suoi (mancati) elettori
Lo sfortunato manifesto elettorale di Peppi Puddu che dai primi del mese guardava i suoi (mancati) elettori

Dopo che il suo mentore, il presidente del consiglio comunale Peppi Puddu non è stato candidato in FdI

21 gennaio 2024
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Oristano Non si sa chi sia il copywriter che ha consigliato Peppi Puddu a scegliere come slogan il titolo del film oscar di Vittorio De Sica “Ieri oggi e domani”. Di certo si sa chi sarà, a minuti, la prima vittima della sua debacle politica: l’assessora Rossana Fozzi che oggi o al più tardi domani sarà sostituita nel suo incarico in giunta da Valentina de Seneen alla guida dell’assessorato al commercio e attività produttive. La Fozzi era stata indicata per quell’incarico proprio da Puddu. La mancata candidatura di Puddu alle regionali, giubilato per far entrare al suo posto Emanuele Cera, è l’inizio della resa dei conti in consiglio comunale. Fonti ufficiose di Fratelli d’Italia confermano che Puddu non è stato candidato causa improvvisa decisione di un esponente di vertice del partito, ma per un voto unanimemente contrario alla sua candidatura formulato dal coordinamenti provinciale del partito.

Una bocciatura arrivata quando i manifesti erano già stati piazzati; andava solo completato il nome del candidato presidente della Regione, che, ai primi di gennaio non era stato ancora designato. Ecco perché quei manifesti erano incompleti. Adesso invece sono inutili. A meno che Puddu non sorprenda i suoi avversari e entro oggi si candidi con un altro partito di centro destra. Una mossa audace, perchè lo metterebbe ufficialmente fuori dal partito, con tutte le conseguenze politiche del caso.

Più probabile per lui un incarico di sottogoverno, a elezioni concluse con vittoria del suo schieramento. In ogni caso la giubilazione di Puddu segna l’inizio delle grandi manovre che disegneranno, niente di più o di meno, la mappa del potere tra i partiti e le coalizioni in città. La traumatica crisi di questa estate, con l’originale doppia giravolta di Massimiliano Sanna, ha lasciato cicatrici profonde tra i partiti e tra i singoli consiglieri. Non è esagerato ritenere che in consiglio comunali ormai la fiducia dentro alla coalizione di governo (ma anche l’opposizione da parte sua non se la passa meglio) sia ai minimi termini, nonostante i sorrisi e le frasi di circostanza.

Sino a ieri Fratelli d’Italia ha sopportato e supportato il sindaco obtorto collo. Dal 26 febbraio è molto probabile che quel partito rifaccia sentire la sua voce su scelte, strategie e nomine, lasciando al sindaco margini di manovra sempre più ridotti. Eppure proprio il venir meno di spazi di agibilità politica potrebbe dare più forza al sindaco, che sarebbe ritentato ad alzare la voce nel caso di diktat provenienti da partiti della sua coalizione. Purtroppo per lui, adesso le opzioni sono svanite. Non potrà più fare appelli alle «forze sane e produttive» della città, non potrà più rivolgersi ai partiti di opposizione. Dovrà guardarsi in casa. E cercare di anticipare da dove arriveranno più fendenti.

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