La Nuova Sardegna

Oristano

Cronaca

Rapina ad Arborea in banca, catturato anche il secondo bandito

di Enrico Carta

	I carabinieri all'uscita della filiale della banca dove si è consumato il tentativo di rapina
I carabinieri all'uscita della filiale della banca dove si è consumato il tentativo di rapina

Dai carabinieri di Oristano al porto di Cagliari

05 febbraio 2024
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Santa Giusta Aveva le ore contate, e non è passato molto tempo prima che anche il secondo bandito finisse nella rete posata dai carabinieri nelle ore successive alla rapina alla banca ad Arborea. Lo cercavano nello stagno, e per questo che è volato sin da subito un elicottero; lo hanno poi cercato in alcuni centri del sud Sardegna, ma alla fine il secondo autore della rapina, un 51enne originario di Serramanna, fuggito a piedi in un primo momento, è stato catturato ieri sera nella tarda serata nel centro di Cagliari dagli uomini del comando provinciale dei Carabinieri di Oristano, comandati dal colonnello Steven Chenet.

Chissà se anche lui, come il suo complice, si avvarrà della facoltà di non rispondere. È quello che è successo ieri all’udienza di convalida dell’arresto di Antonio Marras, il sessantenne di Serrenti bloccato in flagranza dai carabinieri all’uscita della filiale della Banca di Arborea, dove aveva appena messo a segno la rapina. A quattro giorni di distanza dal colpo che poteva fruttare 94mila euro e che invece l’ha portato diritto in carcere con zero euro in tasca, l’indagato che ha ben poche chance di rincorrere un’assoluzione ha concentrato la sua linea difensiva su altri aspetti. Li evidenzieranno meglio i suoi legali, gli avvocati Mauro Trogu e Simone Angei, non appena presenteranno una richiesta di detenzione alternativa a quella del carcere. Per ora Antonio Marras, che ha qualche datato precedente per rapina, resta a Massama in attesa che la giudice per le indagini preliminari, Federica Fulgheri, sciolga la riserva sulla richiesta del pubblico ministero Valerio Bagattini che ha invece sollecitato la custodia cautelare in carcere. La difesa ha però altre carte da giocare e riguardano la condizione sociale e familiare del rapinatore. La rapina, che probabilmente i malviventi nemmeno pensavano potesse fruttare così tanto se fosse andata a buon fine, sarebbe stata ideata per via dei problemi di dipendenza che affliggono Antonio Marras, nella cui abitazione i militari hanno trovato circa 100 grammi di cocaina e altrettanti di marijuana. La conseguenza di ciò è che l’indagato si sarebbe ritrovato con notevoli problemi economici e la necessità di far fronte alle richieste del suo fisico messo a dura prova proprio dai problemi di dipendenza. Per questo i legali stanno preparando una richiesta di detenzione alternativa, possibilmente all’interno di una comunità alloggio dove avviare un percorso di recupero.

Sono valutazioni che la giudice farà nei prossimi giorni. Le indagini continuano per capire se i due abbiano agito in coppia o con altri.

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